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    La food blogger Veronika Belozerkoskaya è la prima vittima della legge del Cremlino contro le “fake news”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 17 Mar. 2022 alle 13:44

    Il Comitato d’indagine della Federazione Russa ha iscritto nel registro degli indagati il primo nome di una persona incriminata in base alla nuova legge sulle “fake news dirette a screditare le forze armate russe” approvata dal Cremlino a pochi giorni dall’inizio del conflitto.

    Non si tratta della giornalista che ha fatto irruzione nel Tg del primo canale per condannare l’offensiva di Putin con un cartello, ma di una “food-fashion influencer” che sul social oscurato da Mosca (a cui si può ancora accedere installando un Vpn) conta 900mila follower e che, a partire dall’inizio dell’operazione militare comandata da Mosca, alle foto di ricette e di abiti alla moda ha iniziato ad affiancare post di solidarietà con l’Ucraina, condannando l’intervento russo.

    Si chiama Veronika Belozerkovskaya e, come racconta Anna Zafesova sul quotidiano la Stampa, sulla sua pagina parla di “cannibali con le fauci insanguinate“, dei connazionali disperati “resi zombie dalla propaganda russa”, dei bambini morti a Mariupol e di tutte quelle vittime che la narrazione falsata del Cremlino ha voluto negare, definendo le immagini di guerra “messa in scena” o recita.

    Ma per Mosca sarebbe la influencer a diffondere “notizie menzognere” sull’utilizzo delle forze armate russe nella distruzione di città e della popolazione civile dell’Ucraina, bambini inclusi, nel corso della realizzazione di quella che i canali ufficiali chiamano “operazione militare speciale” sul territorio dello Stato.

    La fashion food blogger  – che intanto è fuggita all’estero – farebbe dunque parte, per Mosca, di quella parte di Paese che ieri Putin ha definito “quinta colonna di russi” con la mente da un’altra parte, in Occidente, e che avrebbero come obiettivo la distruzione della Russia e il matrimonio con Bruxelles. Nell’ultimo post condiviso su Instagram,  Belozerkovskaya imbraccia due enormi aragoste che, sbeffeggiando il linguaggio di Mosca, definisce “vendute”, insieme a “ostriche false a capo della quinta colonna”.

    Ma per combattere la quinta colonna, la Duma intanto sta già parlando di ritirare la cittadinanza agli oppositori e ai dissidenti, di proibire il ritorno in patria di chi in questi giorni è fuggito, che secondo le stime ufficiali sarebbero decine di migliaia di persone. E molte altre sarebbero pronte a farlo: secondo le stime ufficiali un quarto dei russi condanna la guerra. I giudici hanno detto che potrebbero dichiarare la food blogger ricercata internazionale per i suoi post che diffondono “fake news” su Instagram.

    Parlando invece di Marina Ovsiannikova, la giornalista russa del canale Channel 1 che ha fatto irruzione durante il tg con un cartello contro la guerra, processata e rilasciata dal tribunale di Mosca con una sanzione amministrativa pari a quasi 300 euro, il presidente del Parlamento ha detto che merita una “punizione esemplare”. È probabile dunque che le conseguenze del suo atto di protesta non si limiteranno alla sola multa. La procura sta indagando sulla possibilità di incriminarla per “discredito dei militari“: se condannata rischia fino a un massimo di 15 anni. Ma ha detto di voler restare nel Paese.

     

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