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    Una guardia del corpo del presidente delle Filippine è stata uccisa con un colpo di pistola

    A scoprire il corpo dell’uomo è stata la moglie intorno alle 8.50 ora locale. Si indaga sulla misteriosa uccisione ma il team della sicurezza presidenziale ha escluso l'ipotesi terrorismo

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 26 Set. 2017 alle 09:47 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:07

    Un membro dello staff di sicurezza del presidente delle Filippine Rodrigo Duterte è stato ucciso martedì 26 settembre durante una sparatoria.

    Il presidente Duterte non era presente al momento della sparatoria.

    L’incidente è avvenuto in mattinata, a Malacanang Park, nel complesso presidenziale dove risiede Duterte durante la settimana nel centro di Manila, capitale delle Filippine.

    Secondo il team che si occupa della sicurezza presidenziale (PSG) si tratta di un incidente isolato e l’ipotesi del terrorismo è stata esclusa da comandante Lode Dagoy.

    A scoprire il corpo dell’uomo è stata la moglie intorno alle 8.50 ora locale.

    L’uomo di 37 anni è stato colpito da un unico proiettile che si è rivelato mortale. L’uccisione al momento resta un mistero.

    Duterte, che proviene dalla città meridionale di Davao, non ama soggiornare nel complesso presidenziale durante il weekend, e preferisce tornare nella sua città natale durante i fine settimana.

    “Non abbiamo informazioni sul luogo esatto in cui è avvenuta la sparatoria”, ha commentato Ernesto Abella, portavoce del presidente.

    Duterte dovrebbe partecipare a numerosi eventi pubblici nella serata di martedì ma al momento la sua presenza non è confermata.

    Il presidente filippino è notoriamente imprevedibile nei suoi spostamenti e spesso provoca confusione con improvvisi cambiamenti di orari e luoghi fissati per le conferenze.

    Duterte è stato eletto presidente il 10 maggio 2016, la sua figura è legata alla linea dura adottata per la lotta al narcotraffico. Finora ha fatto uccidere quasi 100mila trafficanti e tossicodipendenti nel paese.

    Da quando ha assunto l’incarico 15 mesi fa, la polizia ha riferito di aver ucciso più di 3.800 persone in operazioni anti droga.

    Malgrado le critiche degli attivisti per i diritti umani, Duterte continua a godere di un sostegno diffuso tra i filippini che lo vedono come un politico carismatico e come la migliore opportunità per eliminare il crimine e la corruzione dal paese.

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