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    Grecia, il premier Tsipras chiede il voto di fiducia dopo le dimissioni del ministro della Difesa

    Il primo ministro Alexis Tsipras

    Al centro dello scontro il cambio del nome della Macedonia, questione che da 27 anni divide il governo di Atene e di Skopje

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 14 Gen. 2019 alle 16:29 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:39

    Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha chiesto un voto di fiducia sul suo governo al Parlamento dopo le dimissioni del ministro della Difesa Panos Kammeno e i nuovi dissidi sorti tra i membri della coalizione.

    Al centro dello scontro il cambio del nome della Macedonia, questione che da 27 anni divide il governo di Atene e di Skopje. Kammenos, leader del partito di destra dei Greci Indipendenti ha abbandonato la coalizione di governo guidata da Tsipras dopo l’approvazione in Macedonia della tanto contestata riforma costituzionale che cambierà il nome del paese in “Repubblica della Macedonia settentrionale”, come stabilito dall’accordo siglato a giugno dal premier greco e dal primo ministro macedone Zoran Zaev.

    Secondo i nazionalisti greci però il nome “Macedonia” può essere utilizzato solo per riferirsi all’omonima provincia greca e non può essere adottato dal governo di Skopje.

    La disputa, che va avanti da quando il paese ha ottenuto l’indipendenza dalla Jugoslavia nel 1991, impedisce tra l’altro alla Macedonia di entrare nella NATO e nell’Unione europea a causa del veto della Grecia.

    Dopo le dimissioni di Kammenos, il premier Tsipras ha quindi chiesto un voto di fiducia al Parlamento, che dovrebbe esprimere il suo parere mercoledì 16 gennaio 2019.

    Il partito Syriza può contare su 145 seggi su 300, ma il ministro uscente Kammenos ha invitato il suo partito Anel a votare contro il governo di Tsipras. Se il governo non dovesse ottenere la fiducia, le prossime elezioni generali, previste in autunno, potrebbero essere anticipate.

    Il principale partito conservatore, Nuova democrazia, si oppone al cambio di nome della Macedonia, ma si ipotizza che alcuni parlamentari di Anel e dell’opposizione potrebbero sostenere il governo nel voto di fiducia.

    La disputa sul nome della Macedonia – Il nome Macedonia appartiene già a una regione settentrionale della Grecia, ma nel 1991 è stato adottato anche dal governo di Skopje che aveva appena ottenuto l’indipendenza dalla Jugoslavia.

    Atene non ha mai accettato questa denominazione e ha sempre impedito alla Macedonia di entrare nella NATO e nell’Ue. La situazione è giunta ad un punto di svolta solo nel 2018, quando Skopje e Atene hanno firmato un accordo sul cambio di nome del paese ex jugoslavo.

    In base all’accordo, nonostante il cambio di nome del paese, la lingua ufficiale rimarrà il macedone e i suoi abitanti saranno chiamati macedoni o cittadini della Repubblica della Macedonia del nord.

    Il nuovo nome sarà utilizzato sia a livello internazionale sia a livello bilaterale.

    Le due parti avevano in precedenza abbandonato diverse alternative, tra cui Macedonia superiore e Nuova Macedonia.

    Dopo l’annuncio dell’accordo sul cambio di nome, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha sottolineato che si apre la strada per l’ingresso della Macedonia del nord nell’Alleanza atlantica.

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