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    Il numero di migranti arrivati in Grecia a tre giorni dall’accordo Ue-Turchia è sceso

    il numero dei nuovi arrivi dei migranti sulle isole greche è sceso a 68 rispetto ai 225 del 5 aprile

    Di TPI
    Pubblicato il 6 Apr. 2016 alle 13:12 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:43

    Tre giorni dopo l’entrata in vigore dell’accordo tra Unione europea e Turchia, il numero dei nuovi arrivi dei migranti sulle isole greche è sceso a 68 rispetto ai 225 di ieri. Secondo il primo ministro turco Ahmet Davutoglu questo significa che il piano sta funzionando. 

    Da lunedì 4 aprile 202 persone sono state riportate in Turchia, perlopiù migranti pakistani. 

    “Abbiamo avuto un afflusso molto basso dall’altra parte del Mar Egeo che consideriamo positivo”, ha detto il portavoce del governo greco George Kyritsis.

    Numerose organizzazioni di attivisti per i diritti umani hanno contestato la legittimità dell’accordo, dicendo che calpesta i diritti delle persone sfollate dalla guerra e hanno espresso seri dubbi sul fatto che la Turchia abbia sufficienti garanzie per qualificarsi come un paese sicuro per i rifugiati.

    Intanto le autorità turche hanno fermato alcuni migranti, tra cui 40 iracheni, salpati su un piccolo gommone da una località a sud della città turca di Dikili.

    “La Grecia non ci vuole ospitare. La Turchia non ci sta accogliendo. Dove dovremmo andare? Dobbiamo annegare nel mare con i nostri figli, questo è tutto”, ha detto un iracheno, che ha preferito rimanere anonimo. 

    In seguito sono stati trasportati a Dikili su un autobus, dove è stato allestito un piccolo centro di accoglienza per i migranti portati indietro dalla Grecia. 

    “Dove possiamo andare se torniamo alla nostra terra?” ha detto un migrante siriano-palestinese fuggito insieme ad altri dal campo profughi palestinese di Yarmouk, alla periferia di Damasco. Alcuni di loro avevano intenzione di attraversare il mare e arrivare in Grecia, altri hanno detto alla Reuters che sperano di essere accolti in un campo profughi in Turchia. 

    I non siriani portati indietro dalla Grecia vengono portati in un centro di “accoglienza ed espulsione” nella città turca di Kirklareli, vicino al confine con la Bulgaria, da dove saranno deportati nei loro paesi d’origine.

    I siriani invece saranno trasferiti in un campo nella città meridionale di Osmaniye. Chi avrà i mezzi potrà stabilirsi altrove in Turchia, dove vivono già 2,8 milioni di siriani. 

    La Grecia ha registrato un picco nel numero di domande di asilo di migranti arrivati sulle sue coste dal 20 marzo, la data in cui l’accordo tra Unione europea e Turchia è entrato in vigore. 

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