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    Gli ippopotami di Pablo Escobar

    Furono comprati con i soldi della cocaina. Ora sono dispersi nel nord della Colombia e sono gli unici al di fuori dell'Africa

    Di Lorena Cotza
    Pubblicato il 15 Lug. 2014 alle 17:20 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:50

    C’è chi propone di castrarli e chi di mangiarli. Per gli ippopotami colombiani di Pablo Escobar, una mandria di circa 50 animali che vagano liberi nelle campagne a nord di Bogotà, il futuro non è dei più rosei.

    Si tratta degli unici ippopotami selvaggi che vivono al di fuori del continente africano. Il narcotrafficante colombiano Pablo Escobar li aveva presi da uno zoo di Los Angeles e li aveva portati nella Hacienda Napoles, per arricchire la sua collezione di animali esotici.

    Alla sua morte, nel 1993, il governo aveva espropriato l’hacienda e un gruppo di veterinari aveva catturato quasi tutti gli animali, per trasferirli in uno zoo di Bogotà. Ma quattro ippopotami, nascosti in una delle lagune del ranch, erano riusciti a sfuggire.

    Dopo aver distrutto le recinzioni, gli ippopotami sono sconfinati nelle campagne circostanti, sino a 250 chilometri di distanza dal ranch. Grazie all’habitat ricco d’acqua e l’assenza di grandi predatori, gli ippopotami colombiani si sono moltiplicati velocemente. Tutti gli esemplari femmina hanno partorito un cucciolo all’anno e hanno incuriosito i biologi per la loro insolita fertilità: mentre in Africa gli ippopotami diventano sessualmente attivi a circa dieci anni se femmine e otto se maschi, in Colombia i grandi mammiferi sembrano particolarmente precoci e iniziano già dai tre anni.

    Nonostante nell’area non si siano mai verificati incidenti, la loro presenza inizia a destare qualche preoccupazione. Gli ippopotami sono i mammiferi più pericolosi al mondo: ogni anno uccidono circa 500 persone. Nonostante la goffa apparenza, gli ippopotami sono animali agilissimi e su terra possono correre sino a 29 chilometri all’ora. Se continuano a riprodursi e migrare verso altre zone, gli ippopotami di Escobar potrebbero dunque danneggiare sia la fauna sia i villaggi locali. Sono già stati segnalati vari casi in cui gli animali hanno invaso fattorie, distrutto i raccolti e aggredito il bestiame.

    Il biologo Patricio von Hildebrand, intervistato dalla BBC, propone una soluzione radicale: “Penso dovremo fare un barbecue e mangiarli”. Alcuni anni fa, quando si cercò di fermarne l’avanzata con la costruzione di barriere elettriche, un ippopotamo fu elettrizzato e le persone del luogo decisero di mangiarlo. Nonostante l’ottimo sapore, simile alla carne di maiale, si tratta però di un cibo rischioso. Uno degli ippopotami colombiani è risultato infetto con il batterio della leptospira.

    Altri propongono di optare per la castrazione, ma anche quest’opzione incontra le critiche degli ambientalisti. In un’intervista con la BBC, l’ecologista Rebecca Lewison afferma che si tratta di un’operazione troppo costosa e pericolosa per gli animali, particolarmente sensibili ai composti chimici dei sedativi. Bocciata per i costi eccessivi anche l’idea di costruire recinzioni più resistenti: ci vorrebbero oltre 500mila dollari per recintare l’intera area.

    L’unica soluzione, per ora, è dunque quella di continuare a tenerli liberi all’interno del ranch. L’Hacienda Napoles si trova a metà strada tra la città di Medellin e Bogotà, nel dipartimento di Antioquia. Con i soldi guadagnati con il traffico di droga, Escobar lo aveva trasformato in uno dei ranch più stravaganti del continente sudamericano: animali esotici, laghi artificiali e statue di dinosauri a grandezza naturale, costruite appositamente per il figlio. Estesa su oltre 2mila ettari, l’hacienda ospitava anche una pista per un aereo privato, con cui Escobar trasportava cocaina negli USA.

    All’apice della sua carriera, Escobar era l’uomo più potente dell’America Latina. Nel 1989 la rivista americana Forbes lo segnalò come il settimo uomo più ricco al mondo. Iniziò la carriera come ladruncolo e spacciatore, ma divenne presto il leader del cartello della droga di Medellin.

    Noto per la sua violenza e brutalità, si stima che Escobar sia il responsabile di oltre 4mila morti, tra cui numerosi poliziotti, giornalisti, politici e tre candidati presidenti. Fra i suoi attentati più famosi si ricorda quello contro l’aereo Avianca Flight 203, in cui morirono 107 persone. Nonostante la sua ferocia, al suo funerale fu omaggiato da migliaia di persone, in segno di ringraziamento per le opere pubbliche che finanziò per i poveri della sua comunità.

    Dopo anni di incuria, oggi l’Hacienda è stato trasformata in un parco tematico, meta di turisti e di vecchi ammiratori di Escobar. E molti, incuranti del pericolo, vi si recano proprio per vedere gli unici ippopotami liberi del Sud America.

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