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    Una dipendente si suicidò per troppo lavoro, il presidente dell’azienda annuncia le dimissioni

    La ragazza si era suicidata a causa degli insostenibili turni di lavoro: una prassi diffusa in Giappone dove ogni anno 2.000 persone muoiono per ‘eccesso di lavoro’

    Di TPI
    Pubblicato il 29 Dic. 2016 alle 09:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:22

    Il presidente della maggiore agenzia pubblicitaria giapponese, la Dentsu, rassegnerà le dimissioni a gennaio in seguito alla morte di una ex dipendente, imputabile all’eccessivo carico di lavoro.

    Il caso riguarda la 24enne Matsuri Takahashi, assunta nell’aprile del 2015, e costretta a turni straordinari di lavoro in media di 100 ore mensili che spinsero la ragazza a togliersi la vita nel dicembre dello stesso anno. Nell’inchiesta sulla sua morte è emerso che la donna a volte rientrava a casa alle cinque di notte per tornare in ufficio poche ore dopo.

    Il ministero della Salute e del Welfare nipponico sta indagando sulle attività della società, già coinvolta in passato in un caso analogo e sotto pressione per ridurre il numero di straordinari richiesti ai suoi impiegati.

    Una lunga campagna mediatica della madre ha portato alla luce una pratica diffusa tra i capi ufficio per mascherare gli orari eccessivamente lunghi dei dipendenti, e contrari allo statuto dei lavoratori. 

    L’agenzia pubblicitaria sta cercando di scoraggiare il lavoro straordinario, ad esempio spegnendo le luci degli uffici alle dieci di sera, ma ha ammesso che più di cento dipendenti stanno ancora svolgendo turni di lavoro extra di 80 ore al mese.

    “Siamo spiacenti di non essere stati in grado di prevenire l’abitudine ad orari eccessivamente lunghi per i nostri dipendenti. Mi assumo tutta la responsabilità e offro le mie più sentite scuse”, ha detto il presidente Tadashi Ishii, nella conferenza stampa con la quale ha rassegnato le dimissioni.

    La Dentsu era stata coinvolta in un caso simile nel 1991, quando un altro dipendente si tolse la vita per un motivo imputabile agli orari di lavoro massacranti.

    Una prassi che nel paese è riconosciuta con l’espressione karoshi, letteralmente ‘morte da eccesso di lavoro’. Secondo le statistiche del governo sono circa 2.000 le persone a togliersi la vita ogni anno in Giappone, per ragioni classificabili come karoshi.

    Negli ultimi quattro anni, i suicidi legati a cause di lavoro tra i dipendenti con età inferiore ai trenta anni sono aumentati del 45 per cento tra gli uomini e del 39 per cento tra le donne. 

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