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    Israele: nuovi raid contro Hamas dopo il lancio di razzi da Gaza

    Il movimento palestinese ha annunciato di aver concordato un cessate il fuoco ma il governo di Tel Aviv smentisce

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 30 Mag. 2018 alle 08:10 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:09

    Nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 maggio 2018 Israele ha lanciato 25 nuovi razzi contro la Striscia di Gaza, in risposta all’attacco ricevuto poche ore prima.

    Hamas, il movimento palestinese che governa la Striscia, ha annunciato di aver raggiunto un accordo per il cessate con il governo dello stato ebraico, ma Tel Aviv ha smentito.

    Dopo le violenze a margine della Marcia del Ritorno, le tensioni si sono nuovamente acuite a partire dalle prime ore di martedì 29, quando Israele ha denunciato di aver subito un attacco missilistico da Gaza.

    Secondo quanto riferito dai media dello stato ebraico, si è trattato dell’attacco più consistente degli ultimi anni nella zona.

    Lo scudo antimissile Iron Dome ha intercettato diversi razzi diretti nella zona del deserto del Neghev, nel sud del paese.

    Nei villaggi che si trovano nella zona, Eskhol, Shaar Hanegev e Sdot Negev, sono risuonate le sirene d’allarme mentre i ragazzi si recavano a scuola e i residenti sono andati nei rifugi.

    Un razzo, secondo quanto affermato dalle autorità locali, è atterrato nei pressi di un asilo nido e ha ferito una persona.

    L’aviazione israeliana ha risposto prima sparando colpi d’artiglieria al confine, poi lanciando 35 razzi contro le postazioni di Hamas.

    Sono state colpite almeno due postazioni del gruppo armato a Nuseirat, nella zona centrale della Striscia, e almeno uno nella città di Khan Younis nel sud.

    L’esercito di Israele ha dichiarato di ritenere che l’attacco subito si stato condotto da combattenti jihadisti ma con l’approvazione di Hamas, il movimento palestinese che governa la Striscia di Gaza.

    Un portavoce del gruppo terroristico Jihad islamica ha rivendicato gli attacchi contro le città israeliane: “Il sangue del nostro popolo non è economico e Israele non può continuare a spargerlo senza pagarne il prezzo”.

    Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato una risposta “di grande forza” al lancio di razzi dalla Striscia considerando Hamas responsabile di quanto accaduto.

    “Israele giudica con grande severità gli attacchi subiti da parte di Hamas e della Jihad islamica dalla Striscia di Gaza”, ha affermato.

    Il premier ha anche pubblicato una foto sul suo account Twitter dicendo che “57 missili” sono stati lanciati questa mattina contro Israele, anche se il numero è decisamente più alto di quello riportato dalle forze armate e dalle autorità locali.

    Nei giorni scorsi la Jihad islamica aveva minacciato di vendicarsi dopo che colpi di artiglieria contro una sua postazione nell’enclave palestinese avevano ucciso tre miliziani.

    Dallo scorso 31 marzo 121 palestinesi sono rimasti uccisi al confine tra Gaza e Israele a causa del fuoco aperto dall’esercito dello stato ebraico contro i manifestanti che partecipavano alla cosiddetta Marcia del Ritorno.

    La maggior parte delle vittime si sono avute il 14 maggio, giorno del 70esimo anniversario della nascita di Israele, che quest’anno ha coinciso con il contestato trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme.

    Israele sostiene che sta semplicemente difendendo i suoi confini e accusa Hamas di incoraggiare migliaia di palestinesi a sfondare il confine e attaccare gli israeliani.

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