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    Gas, l’Ue si prepara allo stop totale: giù i termostati nelle case, 19 gradi negli edifici pubblici

    Credit: Jens Büttner/dpa

    il piano punta a ridurre di un terzo l’impatto di un’interruzione totale e immediata delle forniture russe. Proposta l'esenzione delle centrali a carbone dai limiti alle emissioni

    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 14 Lug. 2022 alle 08:44 Aggiornato il 14 Lug. 2022 alle 14:19

    Gas, l’Ue si prepara allo stop totale: giù i termostati nelle case, 19 gradi negli edifici pubblici

    L’Unione Europea si prepara al peggio e mette a punto un piano per contenere le ricadute di uno stop definitivo alle forniture di gas russo. Un’ipotesi sempre più concreta dopo la chiusura per lavori di Nord Stream, che ha messo in allerta i governi europei. Il gasdotto che collega Russia e Germania dovrebbe rimanere chiuso per 10 giorni, fino al 21 luglio, ma la possibilità di un’interruzione totale, che metterebbe in forte difficoltà la prima economia del continente, è considerata addirittura “la più probabile” dal governo francese.

    A Bruxelles, la Commissione europea sta lavorando a un piano che ha l’obiettivo di ridurre di un terzo l’impatto di un’interruzione totale e immediata delle forniture russe, che rappresentano ben il 40 percento del gas utilizzato dall’Unione Europea. Del piano, che la Commissione presenterà il 20 luglio, per adesso sta circolando una bozza, che comprende una serie di misure e incentivi per ridurre la domanda di gas in vista dei mesi invernali.

    Il piano, intitolato “Risparmiare gas per un inverno sicuro”, propone ai paesi membri di limitare il riscaldamento di edifici pubblici, uffici, edifici commerciali (in particolare grandi edifici) a 19 gradi e l’aria condizionata a 25 gradi oltre a promuovere campagne mirate alle famiglie per abbassare di un grado i termostati.

    Secondo quanto riporta l’Ansa, la bozza prevede incentivi alle aziende per ridurre i consumi di gas, attraverso l’uso dei fondi del Repower e del Next Generation Ue. Il piano chiede di accelerare il passaggio alle energie rinnovabili per sostituire il gas e ritardare la chiusura di centrali nucleari. Inoltre prevede che le centrali a carbone riattivate per compensare i tagli russi possano essere esentate dai limiti Ue alle emissioni di anidride carbonica.

    Una parte del piano si interroga anche sull’ordine di priorità da dare alle industrie nel caso di forniture insufficienti. Secondo quanto riporta il Financial Times, viene citata la produzione di vetro, prodotti chimici e ceramica: tre settori che assorbono la metà dei consumi industriali di gas ma generano solo il 10 percento del valore aggiunto, occupando una quota limitata della forza lavoro manifatturiera. La bozza però chiede di evitare limiti a livello settoriale e di prendere in considerazione l’utilizzo che viene fatto dei prodotti, citando l’impiego del vetro nei settori alimentari (contenitori) e farmaceutici (siringhe).

    Una stima citata nel piano mostra che un’interruzione totale delle forniture dalla Russia impedirebbe di raggiungere l’obiettivo per gli stoccaggi di gas che l’UE si era data a maggio, quando la Commissione aveva chiesto agli stati membri di raggiungere un tasso di riempimento dell’80 percento. “Le simulazioni suggeriscono che lo stoccaggio potrebbe essere al 65-71%”, riporta la bozza.

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