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    Quasi 100 morti per una frana in una miniera di giada in Myanmar

    Sabato 21 novembre, quasi 100 persone sono morte dopo una frana in una miniera di giada nello stato del Kachin, nel nord del Myanmar

    Di TPI
    Pubblicato il 22 Nov. 2015 alle 13:44 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:26

    Nella mattina di sabato 21 novembre, quasi 100 persone sono morte nel nord del Myanmar dopo che una frana ha colpito una miniera di giada – una pietra preziosa molto richiesta e apprezzata in Cina -, secondo quanto dichiarato dalle autorità locali. Altre 100 persone sarebbero ancora disperse.

    Alle prime ore del giorno, una montagna di detriti prodotti dalla stessa attività estrattiva è franata nell’area di Hpakant, nello stato del Kachin, nel nord del Paese. In questa zona viene estratta una giada tra le più pregiate al mondo.

    Un numero ancora sconosciuto di minatori stava dormendo in rudimentali abitazioni quando è stato sommerso dalla frana. Solo cinque case si sarebbero salvate, mentre 70 sarebbero state distrutte.

    La frana si è generata da una montagna alta circa 60 metri composta dai resti degli scavi condotti dalle imprese minerarie nella zona.

    I cercatori di giada frugano fra i resti degli scavi delle imprese minerarie per trovare pietre preziose. Alcune si vendono anche per quattro mila dollari, ma il ricavo medio mensile di un cercatore di giada è fra i 200 e i 300 dollari.

    Questi arrivano da molte parti del Myanmar per cercare fortuna nelle zone di scavi minerari. Per sopportare il duro lavoro, molti spendono il loro stipendio in eroina e “yama”, una metanfetamina economica.

    Le attività di scavo industriale di diverse imprese hanno reso lo stato di Kachin più pericoloso, provocando almeno cinque frane solo nella prima parte del 2015. Ma nessuna aveva raggiunto la gravità della frana di sabato a Hpakant.

    Nell’ottobre del 2015, una ricerca della Global Witness, un’organizzazione non governativa, ha rivelato che la giada, usata per sculture, collane e braccialetti, vale quasi metà del Pil del Myanmar.

    Ma mentre il valore della giada prodotta nel 2014 è di 31 miliardi dollari, la cifra dei ricavi per le vendite ufficiali della pietra è quasi 10 volte minore, ovvero raggiunge solo 3,4 miliardi di dollari.

    La maggior parte della giada estratta dalle miniere del Paese finisce nel mercato nero, spesso diretto verso la Cina.

    In zone come Hpakant, l’industria mineraria confisca terre ai cittadini per scavare ed estrarre più giada.

    Global Witness ha chiesto che l’industria mineraria del Myanmar entri nell’Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive, un accordo mondiale per aumentare la trasparenza nella gestione delle risorse naturali.

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