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    Difesa, nove paesi formalizzano la nascita della Forza militare d’intervento europea

    Tra i 9 paesi anche la Gran Bretagna

    All'iniziativa ha aderito anche la Gran Bretagna, mentre il governo Conte non ha ancora preso una decisione definitiva. La Forza si occuperà di gestire quegli scenari di crisi che potrebbero minacciare la sicurezza europea

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 25 Giu. 2018 alle 17:35 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:34

    Nove Stati membri dell’Unione europea hanno formalizzato la nascita di una forza militare di intervento, un’iniziativa che ha avuto anche l’appoggio del Regno Unito.

    La Gran Bretagna infatti, nonostante la Brexit, ha deciso di mantenere rapporti stretti con gli altri Stati dell’Unione in materia di difesa.

    Il presidente francese Macron ha guidato il processo di formazione della Forza militare, che avrà il compito di schierare e coordinare le forze dei paesi aderenti per gestire situazioni di crisi in tutto il mondo.

    I ministri della Difesa di Francia, Germania, Belgio, Danimarca, Gran Bretagna, Belgio, Estonia, Spagna e Portogallo firmeranno a breve una lettera di intenti in Lussemburgo.

    L’Italia aveva inizialmente espresso la sua intenzione di prendere parte alla Forza militare di intervento, ma il nuovo governo Conte ha ritirato il suo sostengo all’iniziativa, anche se non ha ancora preso una decisione definitiva.

    Lo sviluppo della Forza di intervento europea non è stata accolta positivamente dalla Nato.

    Gli ufficiali si sono detti preoccupati per la nascita di una forza con gli stessi compiti dell’Organizzazione atlantica e dal possibile allontanamento dell’Unione dagli Stati Uniti.

    “La Difesa europea necessita di una strategia comune. I tempi di decisione nell’Unione sono ancora troppo lunghi in confronto all’urgenza che può derivare da una situazione critica in un paese considerato importante per la nostra sicurezza”, ha dichiarato il ministro della Difesa francese, Florence Parly.

    “Questa iniziativa permetterà ovviamente l’associazione anche di altre forze extra Ue”, ha spiegato Parly. “Ad esempio la Gran Bretagna vuole mantenere una cooperazione con l’Europa”.

    La Gran Bretagna si era per lungo tempo opposta alla creazione di un sistema di difesa europeo comune che potesse sfidare la Nato, ma dopo la Brexit è diventata uno dei suoi maggiori sostenitori.

    L’iniziativa dovrebbe facilitare gli interventi delle forze europee in situazioni di crisi come disastri naturali, crisi o l’evacuazioni di cittadini da luoghi pericolosi.

    Dal 2007, l’Unione Europea ha 4 “battaglioni” composti da forze multinazionali, ma le truppe non sono mai state dispiegate fino ad oggi.

    La creazione delle Forze europee fa seguito alla firma a dicembre da parte di 23 paesi dell’impegno a partecipare alla Pesco, la “Cooperazione permanente per la sicurezza”.

    L’obiettivo anche in quel caso era la creazione di un sistema integrato di difesa comune, sulla base del Trattato di Lisbona del 2009.

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