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    L’app che trasforma il tuo cellulare in quello di una rifugiata che lotta per sopravvivere

    Una nuova applicazione lanciata dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati mostra cosa vuol dire essere una 16enne della minoranza rohingya in fuga dalla Birmania

    Di TPI
    Pubblicato il 27 Apr. 2017 alle 09:01 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:25

    A un certo punto squilla il telefono. È un messaggio Whatsapp di Rahim. Dice che il villaggio in cui vivono lui e Kathijah non è più sicuro. Kathijah o “Kat” ha 16 anni e appartiene alla minoranza musulmana dei rohingya, che viene perseguitata in Birmania. “Non possiamo restare”, scrive Rahim. 

    — Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come.

    Kathijah risponde: “Dove possiamo andare?”. Oppure: “Dobbiamo andarcene, adesso”.

    Sei tu a decidere la risposta perché Kathijah o “Kat” in realtà non esiste, anche se la sua storia è perfettamente realistica e simile a quella dei quasi 36mila minori rifugiati in Malesia. 

    “Finding Home” è la nuova app, lanciata martedì 25 aprile 2017 dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) con la collaborazione di Gray Malesia, che trasforma il tuo smartphone in quello di una rifugiata rohingya che lascia la Birmania e lotta per farsi una nuova vita in Malesia. 

    Si tratta di un’esperienza immersiva, che simula il telefono di Kat e ti permette di visualizzare foto e video, ricevere messaggi e telefonate. L’obiettivo dell’applicazione è quello di diffondere la consapevolezza, creare empatia, e stimolare iniziative globali sulla crisi dei rifugiati.

    Il viaggio di Kat si svolge attraverso giorni, settimane e mesi. La sua esperienza – che attraverso lo smartphone diventa la nostra – attraversa momenti di tensione e altri più calmi. Un esempio è la chiamata video del fratello di Kat, che si interrompe all’improvviso mentre lui scappa da un attacco attraverso la giungla. Oppure una conversazione con un amico rifugiato su come seguire lezioni di inglese e malese.

    “La storia di un rifugiato è spesso profondamente personale ed è difficile che la gente capisca”, ha detto Richard Towle, rappresentante dell’Unhcr in Malesia. “Ci auguriamo che questa implementazione consentirà di mettersi nei panni di un rifugiato, per capire quello che vivono ogni giorno per trovare sicurezza”. Dei 150mila richiedenti asilo e rifugiati che si trovano in Malesia circa 58mila sono rohingya e la maggior parte proviene dalla Birmania.

    “Utilizzando le funzioni dello smartphone come dispositivo di narrazione, l’esperienza diventa unica, personale e più incisiva”, ha dichiarato Graham Drew, direttore creativo a Gray Malesia.

    Non è la prima volta che l’Unhcr lancia un’app per descrivere l’esperienza dei rifugiati. Nel 2012, l’agenzia ha lanciato “My Life as a Refugee”, che mette gli utenti in situazioni che li costringono a prendere decisioni di vita e di morte.

    L’app “Finding Home” è disponibile su Android e presto anche su iOS.

    — Leggi anche: La storia dei rohingya, una delle minoranze più perseguitate al mondo 

    Qui sotto il video di presentazione dell’applicazione realizzato da Unhcr Malesia:


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