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    Filippine, esplode un’autobomba: dieci morti e cinque feriti

    Credit: Afp/Getty

    Secondo le autorità locali l'attacco è da attribuire al gruppo islamista Abu Sayyaf

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 31 Lug. 2018 alle 08:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:06

    Almeno dieci persone, fra cui un bambino di 10 anni, sono morte e cinque sono rimaste ferite in un attentato con un’autobomba a Basilan, un’isoletta nel sud delle Filippine: le autorità locali attribuiscono l’attacco al gruppo islamista Abu Sayyaf.

    L’attentato è avvenuto durante la notte nei pressi di una base militare a Lamina, quando un terrorista suicida ha fatto esplodere il furgoncino che stava guidando, come confermato dal colonnello Edgard Arevalo, il portavoce dell’esercito.

    I militari al posto di blocco avevano chiesto rinforzi perché il conducente si comportava in modo strano, ma la bomba è esplosa prima del loro arrivo.

    I morti sono un soldato, cinque membri delle forze armate dei cittadini che sostengono l’esercito in quella zona, e quattro familiari membri di persone che vivono e lavorano nella base.

    Il colonnello Arevalo ha dichiarato che le indagini sono ancora in corso e ha rifiutato di definire l’incidente un “attacco terroristico” o di attribuirlo a un gruppo specifico.

    Tuttavia, il governatore della provincia di Basilan, Jim Saliman, ha detto ai media locali che ci sono elementi per sostenere che Abu Sayyaf, che ha giurato fedeltà allo Stato Islamico, si trovi dietro l’attacco, anche se nessun gruppo ha ancora rivendicato l’attentato.

    “Le autorità stanno indagando sull’incidente, ma promettiamo di fare tutto il possibile affinché i responsabili di questo sfacciato attacco siano assicurati alla giustizia”, ha detto il portavoce presidenziale Harry Roque in una conferenza stampa.

    L’attacco arriva a meno di una settimana da una legge, firmata dal presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, che estende l’autonomia della regione a maggioranza musulmana nel sud, a Basilan, e mira a pacificare un’area in cui operano diversi gruppi ribelli.

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