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    Usa, accusa il padre di aver ucciso 70 donne: “Ci costringeva a occultare i cadaveri”

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 26 Ott. 2022 alle 11:38 Aggiornato il 26 Ott. 2022 alle 11:42

    Figlia accusa il padre di essere un serial killer e di aver ucciso 70 donne

    Una donna ha raccontato alla polizia che il padre sarebbe stato un serial killer, autore di ben 70 omicidi. Da questa denuncia è partita un’inchiesta. Siamo in Iowa, Stati Uniti. Lucy Studey, questo il nome della donna, ha raccontato che il padre, Donald Dean Studey, morto nel 2013 a 75 anni, avrebbe ucciso tra 50 e 70 donne nel corso di 30 anni.

    Decine di omicidi rimasti segreti e il macabro sospetto che un serial killer così violento abbia agito indisturbato per tanto tempo. Lucy inoltre ha riferito alle autorità di essere a lungo stata costretta – insieme ai suoi fratelli – a spostare i cadaveri. Per il momento tali accuse sono ancora tutte da dimostrare, ma sui luoghi indicati dalla donna è stata condotta una prima ispezione con l’unità cinofila. ” Io so – aveva raccontato Lucy a Newsweek – dove sono seppelliti i corpi”.

    Pare che i cani abbiano già fiutato qualcosa, e in attesa ovviamente di riscontri concreti, gli investigatori hanno ammesso che sottoterra ci potrebbero essere corpi decomposti.

    La donna ha raccontato che il padre colpiva soprattutto giovani prostitute, avvicinate nella vicina Omaha e portate nella sua casa, dove poi venivano picchiate e uccise. “Mio padre è stato un criminale e un assassino per tutta la vita”, ha aggiunto Lucy.

    La figlia del presunto serial killer ha inoltre raccontato di averne parlato negli anni a insegnanti, preti e poliziotti, ma di non essere mai stata creduta. La donna ha spiegato che il padre avrebbe ucciso “cinque o sei” donne all’anno per diversi decenni seppellendo i cadaveri in un pozzo abbandonato nella sua proprietà, nella cittadina di Thurman.

    Per trasportare i cadaveri, ha raccontato Lucy, nei mesi caldi utilizzavano una carriola e in quelli freddi uno slittino. “Ci diceva semplicemente che dovevamo andare al pozzo e sapevo già cosa significasse”, ha detto la donna. “Ogni volta che andavo lì o sulla collina, non pensavo che sarei tornata indietro.

    Ero convinta che mi avrebbe ucciso perché non sarei stata capace di tenere la bocca chiusa”. L’uomo uccideva le sue vittime in vari modi: accoltellandole, a colpi da arma da fuoco ma soprattutto prendendole a calci fino a provocarne la morte. Molti degli omicidi si sarebbero consumati all’interno di una roulotte in cui la famiglia viveva. Solo le indagini sveleranno come sono andate davvero le cose.

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