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    Ecco le “fasce dell’attenzione” per sapere in tempo reale se gli studenti stanno seguendo la lezione

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 9 Apr. 2019 alle 15:20 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:46

    Distrarsi in classe, facendo invece credere al professore che non stiamo perdendo nemmeno una parola della sua lezione, potrebbe diventare impossibile. Questo a seguito dell’invenzione di una fascia che, una volta messa in testa, può monitorare e quantificare il livello di attenzione attraverso dei sensori che sono in grado di leggere le onde cerebrali.

    I dati relativi a tale monitoraggio per ogni scolaro vengono sistematicamente trasmessi e riportati su una lavagna elettronica dalla quale il docente può conoscere, in tempo reale, la concentrazione dei propri allievi.

    Il sistema, al momento adottato in Cina dalla scuola elementare sperimentale Jiangnan di Hangzhou, è un’invenzione sviluppata dalla BrainCo Inc, una startup del Massachusetts sostenuta dalla Harvard University.

    Le fasce portatili con lo scanner elettronico e distopico sono state battezzate Focus 1 e vengono fornite all’istituto scolastico con un portale, Focus EDU, che a parere dei tecnici di BrainCo “è il primo al mondo pensato per i maestri” che “possono rendersi conto dell’efficacia del loro insegnamento in classe, in tempo reale, e apportare i necessari aggiustamenti”.

    Sul libretto di istruzioni delle fasce “Focus 1”, comunque, non viene spiegato cosa i ricercatori intendano per “aggiustamenti”: i valori del singolo alunno potrebbero infatti suggerire all’insegnante dei metodi alternativi per ricevere maggiore attenzione o che la sua lezione risulta di difficile comprensione per gli studenti.

    Ad ogni modo, sembra che la BrainCo stia già facendo ottimi affari con il suo nuovo strumento dedicato all’educazione scolastica: Focus , infatti, è stato commercializzato in diverse scuole cinesi, le quali ne hanno già ordinate 20 mila unità per poter avviare un monitoraggio massiccio degli studenti.

    Non a caso Han Bicheng, fondatore della start up, ha studiato ad Harvard ma è di origini cinesi e per questo ha una profonda conoscenza dell’attenzione che nel suo Paese viene dedicata all’istruzione: “In Cina i genitori spendono qualche cosa come 93 miliardi di dollari l’anno per le ripetizioni dei figli a causa della scarsa efficacia delle lezioni in classe. Il nostro sistema Focus EDU punta ad aiutare gli insegnanti a ottimizzare i loro metodi, rendendoli più interessanti per gli allievi”, ha spiegato Bicheng.

    Nonostante dietro le Focus 1 ci siano quindi dei nobili intenti, le foto dei bambini con indosso le fasce hanno scatenato diverse critiche sui social network cinesi: tra chi parla di “film dell’orrore” e chi pensa che il prossimo passo sarà l’elettrochoc per svegliare chi dorme in aula, infatti, in molti ritengono che questo strumento abbia diversi “lati oscuri”.

    Anche neuroscienziati e psicologi hanno inoltre sollevato alcuni interrogativi proprio sul funzionamento stesso delle “fasce dell’attenzione”: “Come si fa a stabilire se l’alunno è attento alle parole dell’insegnante o invece al suo telefonino nascosto sotto il banco o magari sta seguendo il filo di pensieri e sogni personali?”si è chiesto Theodore Zanto, professore di neurologia alla University of California.

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