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    Facebook sotto accusa dopo la censura di una delle foto più iconiche del Novecento

    Un noto quotidiano norvegese si è rivolto direttamente a Mark Zuckerberg per la censura della storica foto della bambina vietnamita che corre nuda dopo i bombardaramenti

    Di TPI
    Pubblicato il 9 Set. 2016 alle 16:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:01

    Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg è al centro di una
    polemica nelle ultime ore a causa di una lettera aperta inviatagli da un
    giornalista norvegese, che lo ha accusato di “abusare del suo potere”
    dopo che la sua compagnia ha censurato un’immagine storica della fotografia
    mondiale.

    L’autore della lettera è Espen Egil Hansen, caporedattore di
    Aftenposten, il più noto quotidiano
    del paese scandinavo, che ha deciso di rivolgersi direttamente a Zuckerberg
    dalle pagine del suo giornale quando un articolo pubblicato sul social network
    dal quotidiano in questione è stato rimosso per aver violato le linee di
    condotta sulla nudità.

    Peccato che il problema risiedesse in un’immagine – quella che
    accompagnava l’articolo e che i lettori avrebbero visto come anteprima sul
    social – in cui la nudità è tutt’altro che sensuale o offensiva della morale, ma
    è una potente e terribile denuncia dell’orrore della guerra.

    Si trattava infatti dell’immagine scattata durante la guerra
    del Vietnam (nel 1972) dal fotografo vietnamita Nick Ut, che vede protagonisti
    alcuni bambini in fuga dai bombardamenti al napalm e in particolare Kim Phuc,
    una bambina di allora nove anni che corre nuda e terrorizzata su una strada di
    campagna dopo essere stata ustionata dalla sostanza chimica.

    L’immagine vinse il premio Pulitzer per l’immagine nel 1973,
    e da allora è rimasta una delle foto-simbolo della follia di ogni guerra,
    diventando una delle più celebri icone del Novecento in campo fotografico.

    Quando Aftenposten
    ha condiviso l’immagine, ha ricevuto una comunicazione da Facebook in cui si
    chiedeva di togliere o pixelare la foto sulla base della sue linee guida
    riguardo alla nudità, ma a quanto pare prima ancora che il giornale potesse
    rispondere, l’articolo è stato rimosso.

    Hansen nella sua lettera aperta di protesta ha fatto
    riferimento a Zuckerberg definendolo “il più potente editore del
    mondo”, e ha scritto di essere “sconvolto, deluso, spaventato da ciò che lei
    sta per fare riguardo a un pilastro della nostra società democratica”.

    “Anche se sono il caporedattore del più grande giornale
    della Norvegia, mi rendo conto che lei sta limitando lo spazio in cui posso
    esercitare la mia responsabilità editoriale. Questo è ciò che lei e i suoi
    collaboratori state facendo in questo caso. Credo che lei stia abusando del suo
    potere, e trovo difficile credere che abbiate riflettuto molto su questo
    comportamento”.

    Hansen ha continuato dicendo che è responsabilità della
    stampa di segnalare e condividere immagini “sgradevoli”, che
    riflettono gli orrori della guerra, e che la pubblicazione di un articolo “non
    dovrebbe essere compromessa da algoritmi di codifica decisi in un ufficio in
    California”.

    Un portavoce di Facebook ha dichiarato: “Anche se ci
    rendiamo conto che questa foto è iconica, è difficile effettuare una distinzione
    tra il permettere la pubblicazione di una fotografia di un bambino nudo in un
    caso e non in altri. Cerchiamo di trovare il giusto equilibrio tra il
    consentire alle persone di esprimersi e il mantenere un’esperienza sicura e
    rispettosa per la nostra comunità globale”.

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