Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Facebook ridurrà la sua censura sulle immagini di pubblico interesse

    Erano state diverse le polemiche che avevano visto al centro la volontà dell'azienda di Mark Zuckerberg di vietare immagini forti, ma ora le politiche cambieranno

    Di TPI
    Pubblicato il 24 Ott. 2016 alle 13:25 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:32

    Agli inizi di settembre era stato dato ampio risalto alla
    protesta di Espen Egil Hansen, un giornalista norvegese, che sulle pagine del
    suo giornale aveva accusato Facebook e in particolare Mark Zuckerberg di
    “abusare del suo potere” dopo che il social network aveva censurato
    un’immagine storica della fotografia mondiale.

    Si trattava dell’immagine scattata durante la
    guerra del Vietnam (nel 1972) dal fotografo vietnamita Nick Ut, che vede
    protagonisti alcuni bambini in fuga dai bombardamenti al napalm e in
    particolare Kim Phuc, una bambina di allora nove anni che corre nuda e
    terrorizzata su una strada di campagna dopo essere stata ustionata dalla
    sostanza chimica.

    Quando il giornale Aftenposten
    aveva condiviso l’immagine, aveva ricevuto una comunicazione da Facebook in cui
    si chiedeva di togliere o pixelare la foto sulla base della sue linee guida
    riguardo alla nudità, ma a quanto pare prima ancora che il giornale potesse
    rispondere, l’articolo era stato rimosso.

    Hansen nella sua lettera aperta di protesta ha fatto
    riferimento a Zuckerberg definendolo “il più potente editore del
    mondo”, e ha scritto di essere “sconvolto, deluso, spaventato da ciò che
    lei sta per fare riguardo a un pilastro della nostra società democratica”.

    La polemica ha evidentemente lasciato qualche segno, se è
    vero che venerdì 21 ottobre Facebook ha fatto sapere in un comunicato firmato
    da due vicepresidenti della compagnia, Joel Kaplan e Justin Osofsky, che in futuro
    terrà in considerazione l’importanza di un post per l’interesse pubblico prima
    di rimuoverlo dal sito per aver violato le linee guida della comunità.

    Secondo il comunicato dell’azienda, “Osservare degli standard
    globali per la nostra comunità è complesso. Che un’immagine sia importante come
    notizia o storicamente significativa è una questione altamente soggettiva. Immagini
    di nudo o violenza accettabili in una parte del mondo possono essere offensive –
    o addirittura illegali – in un altro. […] Nelle prossime settimane, faremo in
    modo di permettere la pubblicazione di elementi che possono essere considerati degni d’attenzione,
    significativi o importanti per l’interesse pubblico, anche nel caso violino i
    nostri standard”.

    “Lavoreremo con la nostra comunità e con i nostri partner
    per capire esattamente come farlo, attraverso nuovi strumenti e approcci da applicare.
    Il nostro intento è quello di permettere a più immagini e storie di essere
    diffuse senza correre rischi per la sicurezza né mostrare immagini forti ai
    minori e a chi non vuole vederle”.

    La polemica sulla foto della guerra del Vietnam non è l’unica
    che ha attirato critiche ai manager di Facebook: un mese dopo, il social
    network aveva rimosso un post con un articolo del quotidiano francese Le Monde sul tema del cancro al seno
    perché illustrato con l’immagine di una mammografia in cui era visibile un
    capezzolo femminile.

    In quell’occasione, Facebook ha ripristinato l’immagine e si
    è scusato per la sua rimozione.

    Kaplan e Osofsky concludono il loro comunicato scrivendo:
    “Il nostro obiettivo è quello di incanalare i valori della nostra
    comunità, e far sì che le nostre politiche riflettano gli interessi della
    nostra comunità. Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con esperti,
    editori, giornalisti, fotografi, funzionari di polizia e difensori della
    sicurezza per capire come migliorare nell’ambito dei post che permettiamo”.

    — LEGGI ANCHE: Facebook sotto accusa dopo la censura di una delle foto più iconiche del Novecento

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version