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    L’Unione europa mette al bando i prodotti in plastica monouso

    Effetti dell'inquinamento della plastica

    La legge vieta la produzione di oggetti come piatti, cannucce e cotton fioc. L'obiettivo è ridurre l'inquinamento marino prodotto dalla plastica

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 29 Mag. 2018 alle 15:52 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:35

    L’Unione europea ha deciso di mettere al bando gli oggetti di plastica monouso come piatti, cannucce e cotton fioc entro il 2021.

    La legge si inserisce nell’ambizioso piano della Comunità europea di ridurre l’inquinamento marino prodotto dai paesi dell’Unione.

    La Commissione ha proposto di introdurre il bando su 10 prodotti che, insieme all’attrezzatura da pesca in plastica, compongono il 70 per cento dei rifiuti marini.

    Fonti ufficiali rendono noto che la mossa fa parte di una più grande strategia per creare un mercato di prodotti riciclati e incentivare gli investimenti in nuovi tipi di imballaggi.

    “La plastica può essere fantastica, ma dobbiamo usarla in maniera più responsabile. L’uso una sola volta di prodotti in plastica non è stata una scelta intelligente a livello economico e ambientale”, ha detto il vicepresidente della commissione Lavoro, crescita, investimenti e competitività.

    L’iniziativa europea vieta l’uso di prodotti in plastica come cotton fioc, cannucce, piatti, posate, miscelatori per bevande e stecche per i palloncini che possono essere sostituiti con materiale ecologico.

    Per quanto riguarda altri oggetti sempre in plastica e molto utilizzati, come contenitori per cibo e bevande, la legge propone di limitarne l’uso fino a quando non sarà trovata una valida alternativa.

    Inoltre, sugli imballaggi di questi prodotti dovrà esserci una etichetta che segnala l’impatto negativo che hanno sull’ambiente.

    Secondo la nuova legge, gli Stati membri devono raccogliere il 90 per cento delle bottiglie di plastica monouso per bevande entro il 2050 e le stesse aziende dovranno contribuire ai costi di pulizia e riciclaggio dei prodotti messi al bando.

    L’iniziativa dell’Unione è l’ultima di una serie di politiche simili attuate dai governi di tutto il mondo in risposta alle preoccupazioni per le materie plastiche che inquinano gli oceani e danneggiano la fauna marina.

    Sia i distributori che i governi di molti paesi, infatti, stanno facendo importanti passi avanti per ridurre l’uso della plastica.

    Nel Regno Unito, per esempio, la più grande catena di supermercati ha annunciato che eliminerà tutti gli imballaggi di plastica inutili entro la fine del 2025.

    Anche il Kenya nel 2017 ha introdotto una legge che condanna fino a 4 anni di carcere per la vendita o l’uso di buste di plastica.

    Alcune aziende hanno criticato la decisione presa dell’Unione europea, spiegando che bisognerebbe piuttosto concentrarsi su nuovi investimenti in materia di raccolta di rifiuti e riciclaggio.

    Di recente, Bruxelles ha anche proposto l’introduzione di una tassa sulla plastica per finanziare una parte del bilancio dell’Unione 2021-2027 e per incentivare la ricerca di materiali alternativi da parte delle industrie.

    Adesso la legge dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dai governi dei singoli paesi entro le prossime elezioni, previste per maggio 2019, ed entrerà in vigore nei due anni successivi.

    Secondo i dati della Commissione, l’Europa produce 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici ogni anni: meno del 30 per cento sono riciclati, il 31 per cento finisce nelle discariche e il 39 per cento viene incenerito.

    Inoltre, la proposta eviterà 22 miliardi di euro di danni all’ambiente e farà risparmiare 6,5 miliardi di euro ai cittadini europei.

    Il bando contro la plastica è “un salto in avanti nell’affrontare l’inquinamento, ma è solo l’inizio”, hanno dichiarato Greenpeace e il gruppo ReThink Plastic Alliance.

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