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    Nel 1958 l’esercito statunitense perse una bomba nucleare che non è ancora stata ritrovata

    Nel 1958 l’esercito statunitense perse una bomba nucleare che non è ancora stata ritrovata. Credit: Pixabay

    La bomba venne perduta al largo della Georgia, a causa di una collisione tra due aerei da combattimento, e da allora se ne è persa ogni traccia

    Di Camilla Palladino
    Pubblicato il 27 Apr. 2018 alle 20:53 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:09

    Ci sono cose che non dovrebbero mai essere perse, e sicuramente le armi nucleari rientrano in questo elenco. Ma non sempre le cose vanno come dovrebbero andare.

    La storia

    Nel 1958, un bombardiere statunitense B-47 stava compiendo una missione simulata sulle coste della Georgia, quando un altro aereo da combattimento entrò in rotta di collisione.

    Entrambi gli aerei rimasero danneggiati. Il pilota del B-47 atterrò in una palude vicina, ma prima di atterrare l’equipaggio sganciò in acqua l’arma nucleare che l’aereo stava trasportando. Non ci fu alcuna esplosione.

    Ma quando i militari perquisirono l’area di circa cinque chilometri quadrati, nella quale si pensava che potesse essere atterrata la bomba, non trovarono alcuna traccia di essa.

    Si pensa che l’arma sia sprofondata attraverso circa cinque o sei metri di acqua, atterrando sul fondo sabbioso del Wassaw Sound, vicino a Tybee Island, in Georgia, un popolare luogo di villeggiatura.

    Si presume che l’arma sia ancora lì, sepolta nella sabbia. E anche se un documento del Congresso, risalente agli anni Sessanta, indica che l’arma persa aveva il nucleo in plutonio, i militari affermano che era solo un’arma parziale.

    Anche in quel caso, però, la testata perduta contiene materiale radioattivo: alla fine degli anni Cinquanta, infatti, alcune armi includevano uno “strato secondario” di uranio, destinato a scatenare la reazione iniziale nel nucleo della bomba. La quantità di uranio in questo tipo di bomba non è nota al pubblico.

    La soluzione dell’esercito

    All’inizio degli anni Duemila, in risposta all’interesse locale e alle pressioni del Congresso, l’esercito concepì la sua soluzione: era meglio lasciare l’arma sepolta dov’era. Immobile, sarebbe stata innocua.

    Nel tentativo di rimuoverla, invece, si sarebbe potuta mettere in pericolo la vita degli addetti al recupero della bomba.

    Se invece la bomba dovesse esplodere accidentalmente, “neanche le barche che le passano sopra se ne accorgerebbero. Potrebbero giusto vedere delle bolle sulla superficie dell’acqua”, ha detto un rappresentante dell’Air Force al Los Angeles Times.

    I precedenti

    Quella del 1958 non era la prima volta in cui l’esercito statunitense perdeva un’arma nucleare che viaggiava a bordo di un aereo da combattimento.

    Nel 1956, per esempio, un bombardiere statunitense B-47 stava volando dalla Florida verso una base oltreoceano, con due armi nucleari a bordo.

    Subito dopo essersi incontrato con un altro aereo per fare rifornimento, il bombardiere scomparve. Nonostante le ricerche, l’esercito statunitense non trovò mai alcuna traccia dell’aereo, del suo equipaggio o delle armi nucleari che erano a bordo.

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