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    Iran e Turchia non accetteranno alcun cambiamento dei confini del Medio Oriente

    Credit: Afp

    Il presidente turco, in visita di stato in Iran, e quello iraniano hanno confermato la volontà congiunta di Ankara e Teheran di non riconoscere il referendum per l'indipendenza del Kurdistan iracheno

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 4 Ott. 2017 alle 00:01 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:26

    I presidenti dell’Iran e della Turchia si sono impegnati durante i colloqui bilaterali avuti a Teheran il 4 ottobre a collaborare per impedire la disgregazione dell’Iraq e della Siria e a opporsi al tentativo dei curdi iracheni di rendersi indipendenti dal governo di Bagdad.

    I due paesi hanno avuto storicamente posizioni diverse sul Medio Oriente e nello scacchiere internazionale, la Turchia in particolare è un membro della NATO, mentre la teocrazia islamica sciita iraniana è uno dei paesi considerati ostili agli Stati Uniti.

    Sia Ankara che Teheran però convergono sulla necessità di non concedere l’indipendenza alle rispettive e numerose comunità curde presenti in entrambi i paesi. Sia la Turchia che l’Iran hanno infatti espresso la propria forte contrarietà al referendum per l’indipendenza tenutosi il 25 settembre nel Kurdistan iracheno.

    Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è giunto in visita a Teheran, la capitale iraniana, proprio per affrontare, insieme al presidente iraniano Hassan Rouhani, il tema della crisi regionale provocata da questa consultazione referendaria.

    La visita del presidente turco era stata annunciata dal capo di Stato maggiore Hulusi Akar. Il presidente Erdogan, parlando al parlamento di Ankara per l’inaugurazione del nuovo anno legislativo, aveva già toccato il tema della crisi in corso nel Kurdistan iracheno.

    In Turchia e in Iran vivono infatti diverse comunità curde e i due paesi sono tradizionalmente ostili a ogni tipo di aspirazione autonomista e indipendentista. Il referendum ha provocato la reazione di tutti i governi vicini all’Iraq, oltre a quella delle stesse autorità di Bagdad.

    Il risultato è stato che nessuno dei paesi confinanti con l’Iraq ha riconosciuto la validità della consultazione referendaria voluta dalle autorità di Erbil e il governo di Bagdad ha quindi chiesto alle autorità regionali curde di annullare l’esito del voto e rispettare la costituzione.

    Insieme al presidente Erdogan sono giunti in Iran anche diversi esponenti militari turchi, tra cui il capo di Stato maggiore Hulusi Akar, che hanno partecipato, insieme ai due capi di stato al quinto Consiglio strategico congiunto di alto livello.

    L’incontro

    Nonostante i due paesi si trovino su fronti opposti sia nella crisi siriana, dove il presidente Erdogan non appoggia Bashar al-Assad, fortemente sostenuto invece da Teheran, sia in quella yemenita, dove l’Iran appoggia la coalizione ribelle houthi mentre la Turchia è favorevole all’intervento della coalizione araba a guida saudita, i due presidenti si sono trovati d’accordo sulla questione curda e sulla necessità di impedire la frammentazione di tutta la regione.

    “Entrambi vogliamo la sicurezza e la stabilità del Medio Oriente”, ha detto il presidente iraniano Hassan Rouhani.

    “Il referendum per l’indipendenza del Kurdistan iracheno è una mossa settaria ispirata da paesi stranieri e non sarà accettata né dall’Iran né dalla Turchia”, ha aggiunto Rouhani riferendosi all’accusa mossa da Ankara contro Israele di aver orchestrato questa operazione a danno dei due paesi.

    “Non esiste un paese diverso da Israele che riconosca il referendum in Kurdistan”, ha detto Erdogan. “Un referendum organizzato con l’aiuto del Mossad non ha alcuna legittimità”, ha aggiunto il presidente turco riferendosi all’agenzia di intelligence israeliana.

    Il governo israeliano ha negato di aver avuto un ruolo nell’organizzazione della consultazione referendaria, ma non ha criticato le autorità di Erbil per aver indetto il referendum.

    “Non accetteremo alcun cambiamento di confini, in nessuna circostanza” ha concluso Rouhani a riguardo.

    L’Iran e la Turchia hanno già minacciato di unirsi al governo di Bagdad nell’imposizione di sanzioni economiche al Kurdistan iracheno e hanno portato a termine esercitazioni militari congiunte con le truppe irachene al confine della regione separatista.

    Il presidente turco Erdogan ha poi dichiarato che Ankara sta prendendo in considerazione ulteriori misure contro il governo regionale curdo di Erbil.

    “Abbiamo già detto che non riconosciamo il referendum nell’Iraq settentrionale”, ha detto Erdogan. “Abbiamo già adottato alcune misure insieme all’Iran e con il governo centrale iracheno, ma saranno intrapresi provvedimenti più duri”, ha concluso il presidente turco.

    Rouhani ha anche detto che Teheran e Ankara hanno intenzione di espandere i propri legami economici. “La Turchia importerà più gas dall’Iran”, ha detto Rouhani. “Diverse riunioni si terranno la prossima settimana per discutere i dettagli di questo accordo”.

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