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    Erdogan media sull’Ucraina e vede Putin ad Astana: “Possibili negoziati con l’Occidente”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 11 Ott. 2022 alle 09:02 Aggiornato il 11 Ott. 2022 alle 11:20

    Domani il presidente turco Recep Tayyip Erdogan incontrerà Putin, per la quarta volta dall’inizio del conflitto, nella capitale del Kazakistan, Astana, a margine del vertice della Conferenza sull’interazione e sulle misure di rafforzamento della fiducia in Asia. Fin dalle prime battute il leader autoritario della Turchia si era posto come mediatore credibile tra le parti, e da luglio ad ora ha già avuto modo diverse volte di parlare da vicino con il presidente russo, oltre a diversi colloqui telefonici dai toni distensivi. Venerdì scorso Erdogan ha chiamato Putin per fargli gli auguri di compleanno e poi ha rivelato che un vertice tra i due sarebbe stato “molto probabile”. Scenario confermato ieri dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

    I rapporti tra i due Paesi sono particolarmente buoni nonostante la Turchia faccia parte della Nato: in una nota Mosca ha addirittura aperto ad Ankara come possibile luogo di nuovi negoziati con l’Ucraina. Erdogan in questa fase agisce più per conto suo che da intermediario con i Paesi dell’Occidente: appena pochi giorni fa il vicepresidente turco Mustafa Sentop ha detto che “ci sono Paesi che remano contro la fine del conflitto in Ucraina”, puntando il dito proprio verso gli alleati. Peskov ha confermato che i Paesi occidentali non hanno espresso alcuna proposta di mediazione che sia poi stata comunicata dalla Turchia alla Russia: “Ancora non abbiamo una chiarezza sui negoziati relativi alla crisi Ucraina tra Russia e Occidente. Per parlare della possibilità di tali negoziati, è necessario comprendere lo scopo e l’esito di questo incontro e quindi prendere una decisione”.

    In questo conflitto Erdogan ha finora svolto un ruolo determinante: insieme alle Nazioni Unite, ha mediato l’accordo di luglio per sbloccare le esportazioni di grano ucraine dai suoi porti del Mar Nero, in quella che rimane l’unica svolta diplomatica significativa dall’inizio della guerra. Ha inoltre facilitato uno scambio di ostaggi che ha riguardato più di 200 prigionieri, e ora punta a una mediazione sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, annessa dalla Russia con decreto. I rapporti sono ottimi anche con Kiev: il ministro degli Esteri turco ha chiamato il suo omologo ucraino per esprimere la solidarietà e il sostegno della Turchia in seguito ai massicci bombardamenti di ieri.

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