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    Erdogan: “L’Austria sta portando il mondo verso una guerra religiosa”

    Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan. Ercin Top / Anadolu Agency

    Il presidente della Turchia ha risposto al provvedimento del cancelliere Kurz che prevede la chiusura di 7 moschee e l'espulsione i diversi imam dall'Austria

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 11 Giu. 2018 alle 14:28 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:23

    In seguito all’annuncio da parte del cancelliere austriaco Sebastian Kurz della chiusura di 7 moschee e dell’espulsione di alcuni imam finanziati da paesi stranieri, è arrivata la reazione del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, durante un discorso tenuto ad Istanbul.

    “Queste misure prese dal cancelliere austriaco stanno, io temo, portando il mondo verso una guerra fra Crociati e la Mezzaluna”, ha detto Erdogan.

    Il presidente turco ha aggiunto che il provvedimento deciso da Kurz ha un carattere “anti-islamico”, promettendo in questo senso “una pronta risposta”.

    “Loro dicono di voler buttare fuori dall’Austria i nostri religiosi. Credete, forse, che noi non reagiremo se faranno una cosa del genere?”, ha continuato Erdogan.

    Il provvedimento del governo di Vienna

    La tensione tra i due Paesi è aumentata quando il cancelliere Kurz ed il ministro degli Interni Kickl hanno comunicato la chiusura di sette moschee e l’imminente espulsione di una quarantina di imam.

    Il governo ha anche dichiarato che 60 di 260 imam presenti in Austria saranno sottoposti a indagini dalle autorità austriache.

    Si sospetta che alcune moschee abbiano dei legami con i nazionalisti turchi. Ad aprile erano state diffuse alcune immagini che mostravano dei bambini in uniforme militare che reinterpretavano la battaglia di Gallipoli, uno dei più disastrosi insuccessi della Triplice intesa, formata da Francia, Gran Bretagna e Russia, contro l’impero ottomano, avvenuta durante la Prima guerra mondiale.

    I media austriaci hanno riferito che nella rievocazione bambini fingevano di essere morti ed erano stati coperti con le bandiere turche. L’episodio ha avuto luogo in una moschea gestita da un’organizzazione turca di assistenza islamica chiamata ATIB.

    Il luogo di culto in questione è gestito dall’Unione islamico-turca d’Austria, che ha subito fatto sapere di prendere le distanze dalla rievocazione storica.

    “Le società parallele, l’Islam politico e le tendenze alla radicalizzazione non hanno spazio nel nostro Paese”, ha dichiarato il cancelliere Kurz.

    Le autorità stanno lavorando con una comunità musulmana chiamata IGGÖ per identificare le moschee e gli imam che si sospetta abbiano relazioni con i nazionalisti e i radicali islamici.

    L’emittente austriaca ORF ha fatto sapere che una delle 7 moschee che saranno chiuse è stata collegata con delle foto che ritraggono alcuni bambini mentre fanno il saluto del Lupo grigio, un gruppo nazionalista di estrema destra turco presente in  diversi paesi esteri.

    Tre delle moschee destinati alla chiusura si trovano a Vienna, due nell’Alta Austria e uno nella Carinzia.

    Il portavoce di Recep Tayyp Erdogan, Ibrahim Kalin, ha commentato su Twitter la decisione del governo e ha accusato Kurtz di voler “trarre vantaggi politici colpendo le comunità musulmane”.

    Salvini sta con Kurz

    Sulla vicenda si è espresso anche il ministro dell’Interno Salvini

    “Credo nella libertà di culto, non nell’estremismo religioso. Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un Paese va allontanato! Spero già la prossima settimana di incontrare collega ministro austriaco per confrontarci su linee d’azione”. Ha scritto su Twitter Salvini.

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