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    L’analista che ha previsto la vittoria di Trump e di tutte le elezioni Usa negli ultimi 30 anni

    Il modello creato da Allan Lichtman applicato alle elezioni presidenziali dal 1860 al 2016 non ha mai fallito

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Nov. 2016 alle 14:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:24

    A poche ore dalla sorprendente vittoria del repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, il professor Allan Lichtman può anche per questa tornata elettorale essere fiero di sé.

    Lichtman è infatti un analista politico che dal 1984 a oggi non ha mai sbagliato un pronostico sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, e per il 2016 aveva previsto un’alta probabilità che fosse proprio Trump a diventare il prossimo presidente.

    Le previsioni di Lichtman non si basano su sondaggi, studi demografici o sulle sue idee politiche. Il professore utilizza un sistema di dichiarazioni vere/false da lui chiamato le “Chiavi per la Casa Bianca” per determinare chi sarà il favorito e questo modello, applicato alle elezioni del passato, non ha mai fallito dal 1860 a oggi.

    E questa volta, sostiene il professore, il favorito è assolutamente Donald Trump. Ecco le variabili che fanno pensare questo a Lichtman:

    Mandato del partito: dopo le elezioni di midterm, il partito del presidente in carica detiene più seggi alla Camera rispetto alle precedenti elezioni di midterm.

    Primarie: il candidato del partito espressione del presidente ha dominato le primarie nel suo partito.

    Incumbent: uno dei candidati è il presidente in carica.

    Terzo partito: non c’è un terzo partito o candidato indipendente con un significativo sostegno degli elettori (almeno il 5 per cento).

    Congiuntura economica: l’economia non è in recessione.

    Economia nel lungo periodo: la crescita del Pil durante il mandato del presidente in carica è uguale o superiore alla media dei due precedenti mandati.

    Malcontento sociale: Non vi sono stati importanti manifestazioni o agitazioni sociali durante il mandato.

    Riforme: L’amministrazione del presidente in carica ha apportato cambiamenti sostanziali nella politica nazionale.

    Scandali: L’amministrazione in carica è stata immune da grandi scandali.

    Fallimenti militari-politica estera: L’amministrazione in carica non ha subito sconfitte militari o diplomatiche

    Successi militari-politica estera: L’amministrazione in carica ha ottenuto dei successi militari o in politica estera.

    Carisma del candidato incumbent: Il candidato del partito in carica è carismatico o un eroe nazionale.

    Carisma dello sfidante: Il candidato del partito sfidante è carismatico o un eroe nazionale.

    Questi tredici punti sono quelli che Lichtman chiama le “Chiavi per la Casa Bianca. La risposta “vero” ad ogni domanda implica un punto a favore per la rielezione di un candidato del partito che è già alla Casa Bianca. Se, invece, almeno sei o più delle risposte sono “false”, il candidato sarà sconfitto.

    I democratici rispondevano sicuramente in maniera negativa alle domande 1,3, 7, 11 (le più importanti riforme di Obama risalgono al primo mandato) e 12, ma le altre erano davvero in bilico.

    Ad esempio la numero 13 (Trump può essere considerato un candidato carismatico), la numero 11 (Siria, lotta all’Isis, successi geopolitici di Vladimir Putin) e la numero 4 (il libertario Gary Johnson).

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