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    Elezioni 2013, aspettatevi l’imprevedibile

    “Una delle poche certezze è che la coalizione Monti arriverà all'ultimo posto”, scrive il Financial Times

    Di Sofia Bettiza
    Pubblicato il 19 Feb. 2013 alle 06:56 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:29

    Elezioni 2013 imprevedibile

    L’unica vera svolta nella politica italiana è stata soffocata quando Matteo Renzi ha perso le primarie del Pd. Perentorie le parole del Financial Times, secondo cui il giovane sindaco di Firenze era, nella confusa vigilia elettorale, l’unico protagonista ad avere le idee giuste: riforma strutturale senza austerità. “Con Renzi, l’Italia potrebbe oggi essere alla vigilia di una vittoria di una sinistra all’avanguardia”. Lo scrive Wolfgang Münchau, direttore aggiunto e firma di punta del Financial Times, nonchè uno dei maggiori esperti al mondo sulla zona euro.

    “Un risultato a sorpresa è possibile, in qualsiasi direzione”. Anche se l’esito più probabile è una maggioranza litigiosa del centro-sinistra. Il Financial Times, uno dei giornali economici più influenti al mondo, sostiene che qualsiasi previsione è pericolosa per via dell’altissimo numero di italiani che, a meno di una settimana dalle elezioni, ancora non sanno per chi votare. Curiosamente, il numero degli indecisi è aumentato proprio durante la campagna elettorale.

    Il Financial Times si schiera contro Berlusconi ma non per questo risparmia critiche aspre anche a Mario Monti, che secondo Münchau “non è l’uomo giusto per guidare l’Italia”. Non è stato infatti in grado di tenere testa ad Angela Merkel; ha promesso riforme, ma ha finito per aumentare le tasse. “Monti si difende dicendo di aver salvato l’Italia da un baratro, o meglio da Berlusconi, ma tutti sanno che dietro tutto questo c’è un altro Mario, vale a dire il presidente della Banca centrale europea. Cioè Mario Draghi”.

    L’Italia sta per ripetere la “Prodi experience” del 2006, scrive il Financial Times. L’ex presidente del consiglio vinse le elezioni con pochissimo scarto; promise riforme, ma realizzò ben poco di concreto; nel giro di due anni il suo governo perse la fiducia del senato, e Berlusconi ritornò al potere in un baleno. “Che la storia stia per ripetersi”, si domanda il quotidiano, “ma questa volta per Pierluigi Bersani? Il segretario del Pd, che ultimamente sta perdendo punti, ha sconfitto Renzi perchè ritenuto una scelta più prudente e più ragionevole. Ma ricordate, lo stesso fu per Prodi nel 2006”.

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