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    Il ministero dell’Interno egiziano diffonde “per errore” un mail con un piano per colpire la stampa

    Nel testo si fa riferimento a un “ordine di riservatezza” che il ministero dell'Interno ha chiesto di emettere alla procura sull'omicidio del ricercatore Giulio Regeni.

    Di TPI
    Pubblicato il 4 Mag. 2016 alle 12:46 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:15

    Il ministero dell’Interno egiziano ha inviato “per errore” una email a rappresentanti dei media e giornalisti in cui emerge una strategia per colpire il sindacato dei giornalisti e intimidire le voci dell’opposizione.

    Lo scandalo coinvolgerebbe anche l’Italia, perché nel testo si parla di un “ordine di riservatezza” che il dicastero ha chiesto di emettere alla procura generale egiziana sull’omicidio del ricercatore Giulio Regeni.

    “Per quanto riguarda la gestione mediatica dell’omicidio di Regeni e il ritrovamento dei suoi effetti personali nell’abitazione di uno dei componenti della banda ucciso il 24 marzo scorso a Heliopolis” si legge nella mail “e dopo gli sviluppi medicatici successivi e l’intenzione di alcuni organi di stampa di accusare il ministero dell’Interno in questo caso, chiediamo a sua Eccellenza di coordinarsi con il signor Procuratore generale per emettere un ordine di riservatezza sul caso sino alla fine dell’inchiesta”.

    La mail inoltre dimostra come il ministero dell’Interno stesse pianificando di intimidire il presidente del sindacato dei giornliasti, Yehia Qalash, e tutte le voci dell’opposizione all’interno del sindacato mediante la fabbricazione di prove che li avrebbero mandati in prigione.

    Sono accusati di aver coperto i due giornalisti Amr Badr e Mahmud Al Saqqa, arrestati il 25 aprile durante le manifestazioni contro l’accordo tra Egitto e Arabia Saudita sui confini marittimi e accusati di “incitazione alla violenza”. 

    Nella mail i funzionari del ministero dell’Interno raccomandano inoltre che ufficiali di polizia in pensione compaiano in televisione per dare il via a una campagna contro il sindacato dei giornalisti.

    “Questi agenti di polizia in pensione dovrebbero essere attentamente selezionati, devono avere le informazioni necessarie sulle accuse nei confronti dei giornalisti in coordinamento con la sicurezza interna”.

    Domenica 1 maggio le forze di sicurezza egiziane avevano fatto scattare un blitz nella sede del sindacato dei giornalisti del Cairo per arrestare i due reporter. Per protestare contro l’irruzione, i giornalisti stanno manifestando davanti alla sede del sindacato di categoria.

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