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    L’Ecuador vuole espellere Assange dalla sua ambasciata nel Regno Unito

    Julian Assange vive nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra dal 2012. Credit: Afp / Getty Images

    Il governo di Quito è infastidito da alcuni comportamenti del fondatore di Wikileaks, che però è stato recentemente nominato cittadino ecuadoregno

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 16 Mag. 2018 alle 10:40 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:40

    L’Ecuador vuole espellere Julian Assange, fondatore di Wikileaks, dalla sua ambasciata nel Regno Unito.

    Lo riporta il quotidiano britannico The Guardian, secondo cui il governo ecuadoregno è infastidito da alcuni comportamenti di Assange.

    Nel suo primo anno in carica, il presidente dell’Ecuador, Lenín Moreno, ha definito l’attivista australiano un “hacker”, un “problema ereditario” e un “sasso nella scarpa”.

    Alla fine di marzo 2018 l’ambasciata aveva tolto ad Assange la connessione Internet dopo che l’ospite aveva “violato un impegno scritto preso con il governo alla fine del 2017 di non inviare messaggi che avrebbero potuto interferire con gli affari interni degli altri stati”.

    Secondo il The Guardian, l’Ecuador sta facendo di tutto per isolare Assange con l’obiettivo di rendere la sua permanenza nell’ambasciata di Londra intollerabile.

    Eppure risale appena allo scorso gennaio la concessione della cittadinanza ecuadoregna al fondatore di Wikileaks.

    In quell’occasione il ministro degli Esteri del paese sudamericano aveva dichiarato che la decisione era stata presa per risolvere l’impasse sullo status giuridico dell’attivista.

    Tuttavia ora proprio il fatto che Assange abbia la cittadinanza ecuadoregna rende più difficile l’eventuale emanazione di un ordine di espulsione.

    L’Ecuador ha dato asilo politico al giornalista dopo che questo aveva cercato rifugio nell’ambasciata nel 2012 per sfuggire a un mandato d’arresto della Svezia per stupro.

    La Svezia da quel momento ha abbandonato il caso, anche se Assange è rimasto nell’ambasciata essendo ancora ricercato dalla polizia britannica per essersi sottratto all’arresto.

    Il Ministero degli Esteri britannico ha successivamente respinto la richiesta dell’Ecuador di concedere lo status diplomatico ad Assange, che è nato in Australia.

    Quando fu concesso asilo politico all’attivista, l’allora ministro degli Esteri ecuadoregno, Ricardo Patiño, dichiarò che il governo voleva difendere la libertà di espressione.

    Ma da allora molte cose sono cambiate.

    Quello che doveva essere uno scalo si è trasformato in un lungo soggiorno e Assange è oggi uno dei fuggiaschi di più alto profilo del mondo.

    Negli ultimi sei anni ha rifiutato di uscire dall’edificio dell’ambasciata, temendo di essere arrestato dalla polizia britannica ed estradato negli Stati Uniti per essere interrogato sulle attività di Wikileaks.

    La pubblicazione di e-mail collegate alla campagna di Hillary Clinton in vista delle elezioni presidenziali americane del 2016 potrebbe essere un’altra ragione per cui María Fernanda Espinosa, attuale ministro degli Esteri dell’Ecuador, ha affermato all’inizio di quest’anno che la permanenza di Assange era “insostenibile” .

    Inoltre, i tweet dell’attivista a favore dell’indipendenza della Catalogna hanno infastidito il governo spagnolo, aggravando i rapporti tra Madrid e Quito.

    Un sondaggio a marzo ha mostrato che il 76,2 per cento degli ecuadoregni vorrebbe che il governo espellesse Assange dall’ambasciata.

    Rafael Correa, presidente dell’Ecuador dal 2007 al 2017, ha recentemente dichiarato che “i giorni di Assange sono contati”.

    Correa ha aggiunto che il suo successore Moreno, con il quale ha forti contrasti, “butterebbe (Assange) fuori dall’ambasciata alla prima pressione dagli Stati Uniti”.

    Il Foreign Office del Regno Unito ha recentemente dichiarato: “L’Ecuador sa che il modo per risolvere questo problema è che Julian Assange lasci l’ambasciata per affrontare la giustizia”.

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