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    Earth Overshoot Day: abbiamo già esaurito le risorse ecologiche per tutto il 2016

    Il Global Footprint Network calcola ogni anno il giorno in cui le risorse naturali disponibili vengono consumata dall'uomo, e per il 2016 la data è stata l'8 agosto

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Ago. 2016 alle 13:44 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:46

    Anche se non ci sono state celebrazioni, due giorni fa, l’8
    agosto, si è celebrata una data molto importante per l’intero pianeta: l’Earth
    Overshoot Day. Non si tratta però purtroppo di un giorno di festa, ma di una
    giornata che da alcuni anni viene resa pubblica nel momento in cui, per quell’anno
    solare, l’umanità ha esaurito le risorse necessarie per vivere in modo
    sostenibile.

    La giornata, che varia ogni anno a seconda delle risorse
    consumate, viene resa nota ogni anno dal Global Footprint Network, un gruppo di
    ricerca senza scopo di lucro che si concentra sulla sostenibilità.

    Il primo Earth Overshoot Day è stato nell’ottobre 2006, e da
    allora non ha fatto che arrivare sempre più in anticipo, raggiungendo il 19
    agosto nel 2014, e il 13 agosto nel 2015, fino al record dell’8 agosto di quest’anno.

    Il Global Footprint Network calcola il giorno attraverso la
    biocapacità del pianeta, ovvero la quantità di risorse naturali disponibili, che
    viene divisa per la quantità di risorse consumate dall’uomo, per poi essere
    moltiplicata per i giorni dell’anno.

    La formula porta a risultati molto diversi a seconda dei
    paesi presi in considerazione: Australia e Stati Uniti, per esempio, consumano moltissime
    risorse in un anno, mentre altri, come Brasile e India, ne usano molte meno. Per
    cercare di contrastare il proprio impatto negativo sui consumi globali, i paesi
    possono compensare generando energia elettrica con pannelli solari o turbine
    eoliche, e riducendo il loro consumo di energia.

    “Quando arriva l’Overshoot Day, vuol dire che abbiamo speso tutti gli interessi sul conto corrente ecologico del pianeta e ora stiamo attingendo ai risparmi”, spiega Stuart Pimm, professore di Ecologia alla Duke University. “Stiamo esaurendo ciò che il nostro pianeta fa per noi, e così anno dopo anno abbiamo di meno. Meno foreste, meno pesci nel mare, meno terra fertile – oneri che ricadono in modo sproporzionato sui poveri del mondo”.

    Questa una mappa realizzata dal Global Footprint Network che divide i paesi del mondo a seconda del loro impatto ecologico (il rosso indica un impatto negativo e il verde un impatto positivo. Dati più dettagliati sul sito dell’organizzazione):

    Qui sotto una rappresentazione grafica di “quanti pianeti Terra servirebbero se tutta l’umanità vivesse come…”:

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