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    Le misure di sicurezza d’Israele per fermare gli attacchi palestinesi

    Nella sola giornata di ieri, martedì 13 ottobre, almeno tre persone sono morte e oltre 20 sono rimaste ferite in due attacchi a Gerusalemme

    Di TPI
    Pubblicato il 14 Ott. 2015 alle 16:00 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:25

    In seguito agli scontri avvenuti a Gerusalemme martedì 13 ottobre tra israeliani e palestinesi per cui sono rimaste uccise almeno tre persone, Israele ha annunciato misure di sicurezza più severe nel tentativo di fermare l’ondata di attacchi che si sta scatenando da circa un mese.

    La polizia israeliana ha bloccato l’accesso nelle aree palestinesi di Gerusalemme est, mentre altre forze di sicurezza sono state dispiegate per il controllo del sistema di trasporto pubblico della città. In alcune parti della città entrerà in vigore anche il coprifuoco.

    Il segretario di Stato americano John Kerry, nel corso di un intervento all’università di Harvard, ha annunciato che presto si recherà in Medio oriente per riportare la calma fra israeliani e palestinesi.  

    Nella giornata di martedì 13 ottobre almeno tre persone sono rimaste uccise e oltre 20 ferite, in due attentati avvenuti simultaneamente a Gerusalemme.

    Il primo attacco è avvenuto nel quartiere di Armon Hanatziv, dove due palestinesi hanno aggredito con coltelli e armi da fuoco alcuni passeggeri che viaggiavano su un autobus. Una persona è rimasta uccisa ed entrambi gli assalitori sono stati catturati sul posto, ha affermato il portavoce della polizia Micky Rosenfeld. 

    Quasi contemporaneamente è stato condotto un altro attacco a Malkei Israel Street, nei pressi del rione ebraico ortodosso di Mea Shearim, dove un uomo alla guida di un auto si è diretto verso alcune persone in attesa alla fermata di un autobus.

    L’uomo è poi sceso dall’auto e ha cominciato ad attaccare le persone lì presenti con un coltello. Una persona è morta e altre cinque sono rimaste ferite.

    Questi attacchi, assieme ad altri due condotti precedentemente nella città israeliana di Ra’anana, a nord di Tel Aviv, segnano l’apice di un’ondata di violenza che dura ormai da un mese. 

    Nella mappa i luoghi degli attentati 

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