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    Le donne musulmane bosniache protestano contro il divieto di indossare l’hijab

    Il Consiglio della magistratura della Bosnia ha proibito l'uso del velo nelle sedi giudiziare. Il 40 percento dei bosniaci è di religione islamica

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 8 Feb. 2016 alle 13:19 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:41

    Circa 2mila donne musulmane bosniache sono scese in piazza a Sarajevo, capitale della Bosnia, domenica 7 febbraio 2016 per protestare contro la messa al bando dalle sedi giudiziarie dell’hijab, il velo tradizionalmente usato dalle donne musulmane per coprire il capo.

    Il Consiglio della magistratura ha infatti bandito dalle sedi giudiziarie qualsiasi simbolo religioso, menzionando esplicitamente l’hijab. 

    Un corteo di circa 2 mila donne ha sfilato per le strade della capitale bosniaca per circa un’ora. Sui cartelloni retti da alcune manifestanti, si leggeva la rivendicazione del diritto a indossare l’hijab. 

    Una delle organizzatrici, Samira Zunic Velagic, ha dichiarato che la proibizione dell’uso del velo “è un serio attacco all’onore, alla personalità e all’identità dei musulmani”. 

    Zunic Velagic ha anche insinuato che la norma sia una mossa volta a privare le donne musulmane del diritto di lavorare. La messa al bando dell’hijab è stata criticata anche dai leader politici e religiosi musulmani.

    L’uso del velo era stato vietato dalle autorità comuniste quando la Bosnia era ancora parte della Repubblica jugoslava. All’indipendenza, dichiarata nel 1992, ne era stato consentito l’uso. 

    Quasi metà della popolazione bosniaca, il 40 percento su 3,8 milioni di abitanti, è di religione musulmana. Il resto della popolazione è cristiano ortodossa o cattolica.

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