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    Donald Trump e la bomba a orologeria in Medio Oriente piazzata da Hillary Clinton

    Il commento di Alessandro Albanese Ginammi per TPI in seguito all'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca

    Di TPI
    Pubblicato il 9 Nov. 2016 alle 06:04 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:27

    Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America. In molti si chiedono come cambierà la politica estera americana. Che cosa succederà in Medio Oriente, dove gli Stati Uniti combattono una guerra su quattro fronti (Siria, Iraq, Libia e Yemen). Che cosa farà Trump con la Russia di Putin e la Turchia di Erdogan, con l’Iran e l’Arabia Saudita, con la Cina e l’Unione Europea.

    Il pericolo principale è la bomba a orologeria pronta a esplodere in Medio Oriente, che è stata piazzata da Hillary Clinton quando ricopriva la carica di segretario di Stato durante la presidenza Obama.

    Mentre in Afghanistan e Iraq Obama si era trovato a fronteggiare i problemi causati da Bush e tentava il ritiro da entrambi i teatri di guerra, in Siria l’ex segretario di Stato – poi candidata alla Casa Bianca – sosteneva una politica apertamente interventista con l’obiettivo di rovesciare il regime di Bashar Al Assad, favorendo il progetto di Turchia, Qatar e Arabia Saudita di creare uno Stato islamico sunnita.

    Dopo aver lasciato l’incarico nel 2013, Hillary Clinton riconobbe gli scarsi risultati ottenuti come segretario di Stato: “L’incapacità di formare una credibile forza di opposizione, a partire dalle persone che avevano dato origine alle proteste contro Assad, ha lasciato un vuoto che è stato riempito dai terroristi”.

    Barack Obama e Hillary Clinton sono entrambi responsabili del fatto che gli Stati Uniti abbiano preso parte a quest’operazione all’inizio del 2012, fornendo direttamente ai ribelli siriani armi statunitensi originariamente destinate alla Libia.

    Adesso sarà Trump a decidere la posizione americana in Medio Oriente. La guerra e la violenza che dilagano nella regione, destabilizzando anche l’Europa, sono state alimentate dai due fallimenti della politica estera di Washington ottenuti dalle precedenti amministrazioni: prima il fallito tentativo di Bush di combattere il terrorismo ed esportare la democrazia, poi quello di Obama di porre fine alle guerre di Bush e di sostenere le rivolte arabe. 

    Bush ha combattuto la guerra al terrorismo in Afghanistan, Iraq, Pakistan e Somalia. Obama in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Somalia, Yemen, Libia e Siria. La pace non è mai arrivata. La Russia e le altre potenze regionali sono adesso coinvolte militarmente e pronte a difendere i propri interessi regionali.

    Al nuovo presidente Trump servirà una vera politica estera verso il Medio Oriente per scongiurare il pericolo di una guerra mondiale. Speriamo sia all’altezza di porre rimedio anche agli errori commessi da Hillary.

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