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    Il direttore dell’intelligence statunitense si dimetterà alla fine della presidenza Obama

    James Clapper era finito al centro di una controversia sulla sorveglianza di massa, innescata dalle rivelazioni di Edward Snowden

    Di TPI
    Pubblicato il 18 Nov. 2016 alle 10:55 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:22

    Il direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, James Clapper, ha reso noto giovedì 17 novembre 2016 che si dimetterà alla fine del mandato presidenziale di Barack Obama.

    Clapper, 75enne ex generale pluridecorato dell’aeronautica che ha ricoperto la carica per sei anni, ha avuto un rapporto non sempre facile con il Congresso americano e aveva manifestato da mesi l’intenzione di lasciare il posto. Il suo successore verrà designato dal presidente eletto Donald Trump.

    Il mandato di Clapper è stato segnato dagli sforzi per contrastare la rinnovata aggressività russa, gli attacchi terroristici e la crescente minaccia informatica, ma anche da una controversia circa la raccolta dei dati di milioni di cittadini statunitensi.

    Prima delle elezioni presidenziali, Clapper aveva dichiarato che le operazioni di hackeraggio dirette contro il mondo politico americano erano volte a influenzare le elezioni.

    La sua lettera di dimissioni è stata sottoscritta dopo che la Casa Bianca ha richiesto a tutti i funzionari nominati dall’amministrazione Obama di presentare la rinuncia formale all’incarico a partire dal 20 gennaio 2017, quando Trump assumerà la carica di 45esimo presidente degli Stati Uniti.

    La sorveglianza di massa

    Nel marzo del 2013 Clapper disse davanti alla commissione intelligence del Senato assicurò che il governo non stava deliberatamente raccogliendo i dati dei cittadini americani.

    Venne smentito quando l’ex consulente della National Security Agency, Edward Snowden, diffuse dettagli secretati circa i programmi di sorveglianza degli Stati Uniti.

    Clapper finì nell’occhio del ciclone, ma si difese dicendo che non avrebbe potuto rispondere altrimenti.

    Le opinioni divergono. Il senatore Ron Wyden denuncia con forza la sorveglianza di massa e quella che chiama frenesia dell’inganno degli alti funzionari dell’intelligence, mentre il senatore Richard Burr ha lodato l’operato di Clapper.

    I possibili successori

    I papabili alla posizione di direttore dell’intelligence nazionale sotto la presidenza Trump sono, tra gli altri, l’ex direttore dell’Agenzia nazionale d’intelligence geospaziale Robert Cardillo e un ex braccio destro di Clapper, ma anche il tenente generale in pensione Ronald Burgess, che ha diretto l’Agenzia d’intelligence della difesa durante il primo mandato del presidente Obama, e il deputato repubblicano Pete Hoekstra che ha presieduto la commissione della camera per l’intelligence.

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