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    Diplomazia via Twitter

    Lo studio Twiplomacy 2013 analizza come i leader mondiali utilizzano il famoso social network

    Di Emanuele Rossi
    Pubblicato il 6 Ago. 2013 alle 16:35 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 11:43

    Secondo lo studio Twiplomacy 2013, condotto dalla società di comunicazioni Burson-Marsteller, il 77 per cento dei governi mondiali ha una presenza attiva su Twitter. Dei 153 Paesi analizzati, la percentuale di quelli che hanno almeno uno dei leader politici attivi è maggiore in Europa e Nord America con il 79 per cento. L’Asia e l’Africa seguono con il 76 e il 71 per cento. All’ultimo posto l’Oceania, dove soltanto 4 dei 14 Paesi, il 38,4 per cento ha almeno un esponente del governo attivo sul social network.

    Burson-Marsteller ha identificato 505 account Twitter di capi di Stato e di governo, ministri e istituzioni. Lo studio analizza i profili Twitter di ogni leader, la storia dei tweet, e le loro connessioni con gli altri. I dati utilizzati sono una fotografia scattata nel luglio 2013 utilizzando Twitonomy. Il dataset completo è scaricabile sul sito twiplomacy.com.

    Al primo luglio, la somma dei follower di tutti gli account dei leader mondiali arrivava a 105,733,356 di utenti.

    Tra questi, il più seguito è Barack Obama (che vanta anche la più lunga anzianità d’iscrizione, dal 2007) con più di 33 milioni di follower in continua crescita. Segue abbondantemente distaccato Papa Francesco, iscritto però di recente, con 7,2 milioni, mentre al terzo posto c’è l’account ufficiale della Casa Bianca (@WhiteHouse). Il quarto posto è occupato da Recep Tayyip Erdoğan, (@RT_Erdogan), primo ministro turco, seguito da un altro leader turco: il presidente Abdullah Gül – segno evidente di quanto la protesta in Turchia si sia mossa anche attraverso l’ambiente digitale.

    Sfilano via via, nella top ten, la regina Rania di Giordania, il primo ministro russo Dimitry Medvedev, l’account ufficiale @Number10Gov del primo ministro del Regno Unito e quello del presidente argentino Cristina Kirchner. A sorpresa, nei primi dieci anche Susilo Bambang Yudhoyono (@SBYudhoyono), presidente dell’Indonesia.

    Molto più importante dei follower però, nel sistema comunicativo di Twitter è l’interazione: sia con il pubblico – i cittadini – sia con i pari ruolo – gli altri leader. Di qui, quello con più follower, Obama, è anche il meno connesso. La connessione reciproca del presidente americano (sebbene sia seguito da 148 pari ruolo o similari) avviene soltanto in quattro casi: primo ministro della Russia @MedvedevRussia, il governo del Regno Unito, il premier della Norvegia @JensStoltenberg e il Presidente del Cile @SebastianPinera.

    Diversamente da Obama, invece il 68 per cento dei leader mondiali mantiene comunque rapporti di mutue connessioni: al primo posto il ministeo degli Esteri svedese Carl Bildt, reciprocamente connesso con 44 ‘colleghi’.

    Il più influente è in assoluto Papa Francesco: i tweet dell’account spagnolo del pontefice vengono ‘retweetati’ in media 11 mila volte, mentre quelli in inglese circa 8 mila. L’account papale, registrato dal predecessore Benedetto XVI il 12 dicembre 2012, ha avuto un incremento di follower incredibile, nel corso dei primi sei mesi dalla nascita.

    Crescita seconda soltanto a quella del presidente venezuelano Maduro (@NicolasMaduro), secondo per media di interazioni, circa 4 mila, dopo ogni cinguettio.

    Il tweet con più interazioni della storia, resta però quello con cui Barack Obama ha annunciato al mondo la vittoria alle elezioni per il suo secondo mandato: quel “Four more years” del 7 novembre del 2012, ha registrato circa 800 mila retweet ed è stato aggiunto quasi 300 mila volte ai “preferiti” di altri account. Obama però fa registrare soltanto 2 mila retweet di media, sebbene compaia in 195.304 liste, altro indice di influenza.

    Più o meno la metà dei 505 account analizzati dallo studio sono personali: 90 capi di Stato, 61 di governo, 53 ministri degli Esteri.

    In realtà però sono un terzo dei leader tweettano direttamente in prima persona, gli altri affidano gran parte dei messaggi di micro-blogging al proprio staff.

    Il più attivo è il premier ugandese @AmamaMbabazi che interagisce per il 96 per cento dei suoi 2,332 tweet con altri utenti. Sempre in Africa la seconda posizione, con il presidente ruandese @PaulKagame. Poi lo svedese Bildt con addirittura un account @fragaCarlBildt, cioè “chiedi a Carl-Bildt”, dedicato alla chat di Twitter.

    Il primo per numero di tweet inviati è l’ufficio di presidenza venezuelano con 34 mila, seguito con poco meno di 30 mila dal Dipartimento di Stato statunitense e dal Ministro degli Esteri venezuelano.

    La lingua più usata per numero di account è l’inglese, con 316.728 inviati da 176 utenti-leader, raggiungendo qualcosa come 52 milioni di follower. Seconda lo spagnolo con 342.121 tweet da 60 account.

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