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    Dimenticato in cella

    Rimane chiuso per 4 giorni in una cella senza viveri, adesso riceve un risarcimento di 3 milioni di euro dal governo americano

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 31 Lug. 2013 alle 11:28 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 11:43

    “Torniamo a prenderti tra un minuto” ha detto il poliziotto prima di chiudere Daniel Chong in cella. Quel minuto è durato ben 4 giorni e mezzo, nei quali lo studente americano è rimasto in una stanza di un metro e mezzo per tre metri, senza finestre e senza cibo né acqua, dimenticato da tutti.

    È successo a San Diego, in California. Daniel, che ora ha 25 anni, ha raggiunto un accordo con le autorità statunitensi, che lo risarciranno con 3 milioni di euro.

    La sua avventura è iniziata quando, nell’aprile 2012, è stato fermato da agenti della Dea (Dipartimento americano antidroga) durante un raid a casa di un amico. Dopo averlo portato insieme ad altre 8 persone in centrale e averlo interrogato, i poliziotti gli hanno detto che non sarebbe stato accusato di nulla. Poi l’hanno dimenticato lì.

    Daniel dice di essere sopravvissuto bevendo le sue urine, e di aver iniziato ad avere le allucinazioni il terzo giorno. Temendo di morire in quella cella, ha tentato di incidersi sul suo braccio un messaggio per la madre. Non stava fermo, ma dava calci alla porta ed urlava per attirare l’attenzione. Ha anche fatto scorrere il laccio delle scarpe sotto la porta sperando che fosse visto da qualcuno, ma è stato solo dopo 4 giorni che cinque o sei persone l’hanno trovato, coperto dalle sue feci.

    Dopo il ritrovamento, il ragazzo ha trascorso 5 giorni ricoverato in ospedale per disidratazione, insufficienza renale, crampi e l’esofago perforato. Aveva perso 7 chili.

    “Rimane poco chiaro come si sia potuta verificare la situazione, e nessuno è stato condannato per la vicenda” ha detto Eugene Iredale, uno degli avvocati di Chong. L’ispettore generale del Dipartimento di Giustizia sta indagando al riguardo.

    “Sembra che sia stato un incidente… un incidente veramente orribile” ha detto Chong.

    L’accaduto ha spinto il capo della Dea a rilasciare pubbliche scuse scorso maggio, dichiarando di essere “profondamente turbato”. Un altro legale di Daniel ha fatto sapere che, a seguito della vicenda la Dea ha introdotto nuove politiche di detenzione, tra cui il controllo quotidiano delle celle e l’installazione di telecamere al loro interno.

    Intanto Daniel, che studia economia presso l’Università della California, dice di voler usare i soldi ricevuti per comprare una casa ai suoi genitori.

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