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    Al voto la legge per confiscare i beni ai rifugiati in Danimarca

    Il parlamento oggi è chiamato a votare la controversa legge per cui buona parte dei beni dei richiedenti asilo possono essere confiscati dallo stato

    Di TPI
    Pubblicato il 26 Gen. 2016 alle 12:44 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:57

    La Danimarca potrebbe varare oggi, 26 gennaio 2016, la controversa legge sull’immigrazione che prevede la confisca dei beni ai richiedenti asilo che arrivano nel paese, per pagare le spese per il loro mantenimento nei centri di accoglienza o per il loro rimpatrio.

    Il governo di centro destra, guidato da Lars Lokke Rasmussen, ha i numeri per far passare la legge in Parlamento, potendo contare sull’appoggio esterno dello xenofobo Partito del popolo, dell’Alleanza liberale e del Partito conservatore.

    La proposta di legge permetterebbe alla polizia di frontiera di perquisire i migranti e confiscare beni e contante superiore alle 10.000 corone danesi (1.350 euro). Solo negli ultimi giorni i partiti che sostengono la proposta hanno accettato di modificare il disegno di legge per quanto riguarda gli oggetti di valore affettivo.

    Non potranno quindi essere confiscate fedi nuziali, anelli di fidanzamento, ritratti di famiglia o medaglie al merito, mentre oggetti quali gioielli, orologi, computer o telefoni cellulari rimarranno confiscabili.

    Il parlamento voterà inoltre un’altra proposta che prevede l’allungamento fino a tre anni dei tempi per il ricongiungimento familiare dei rifugiati, per scoraggiare i migranti che cercano di raggiungere il paese.

    Il governo e in particolare la ministra per l’integrazione, Inger Stojberg, sono stati sommersi di critiche per la proposta di legge, paragonata alle pratiche di confisca ai danni dei deportati nei lager che usavano i nazisti in Germania durante la Seconda guerra mondiale. Regole sull’immigrazione simili esistono già in Svizzera e nelle regioni tedesche della Baviera e del Baden-Wurttemberg.

    Lars Lokke Rasmussen, il primo ministro, l’ha definita la legge più incompresa della storia della Danimarca e per difenderla ha spiegato che le stesse regole saranno applicate agli stessi cittadini danesi, nel caso in cui chiedano sussidi allo stato.

    “Il sistema di welfare danese si basa sul principio molto semplice secondo il quale lo stato assiste chi non ha i mezzi per mantenersi, non quelli che invece ce li hanno. Questo semplice principio si applica sia ai cittadini danesi che chiedono sussidi di disoccupazione che ai richiedenti asilo”, ha commentato Kristian Jensen, il ministro degli Esteri.

    L’Unhcr è preoccupata da questa legge che viola la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Convenzione europea sui diritti del bambino e quella sui rifugiati, e avrebbe l’effetto di “alimentare la paura, la xenofobia e che ridurrebbe, piuttosto che ampliare, lo spazio d’asilo a livello globale”.  

    La Danimarca prevede di ricevere 20mila richiedenti asilo nel 2016, rispetto ai 15mila del 2015, ha fatto sapere il ministro dell’integrazione. Venstre, il partito al governo dal giugno del 2015, aveva promesso di arginare i flussi migratori, e la nuova legge sull’immigrazione si inserisce in questo disegno più ampio.

    La Danimarca è infatti uno dei sei stati europei, insieme a Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia – che non aderisce all’Unione europea ma solo al trattato di Schengen -, Francia e Austria, che hanno chiesto alla Commissione europea durante il summit europeo sull’immigrazione di Amsterdam del 25 gennaio 2016, di sospendere il trattato di Schengen per due anni e che hanno già reintrodotto i controlli alle frontiere.

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