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    La Danimarca espelle uno studente modello del Camerun per aver lavorato troppo

    Marius Youbi ha lavorato 90 minuti in più rispetto alle 15 ore settimanali part-time concesse agli studenti stranieri nel paese

    Di Pamela Schirru
    Pubblicato il 10 Gen. 2016 alle 10:38 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:58

    Marius Youbi, 30 anni, è uno studente camerunense di ingegneria elettronica presso l’Università di Aarhus, in Danimarca. L’istituto lo ha definito uno fra i migliori, se non addirittura il migliore della sua classe.

    Ora però il ragazzo è stato espulso dal paese per aver lavorato 90 minuti in più rispetto al suo contratto di lavoro part-time.

    Una legge in Danimarca stabilisce che tutti gli studenti stranieri residenti nel paese non possano lavorare part-time per più di 15 ore settimanali. 

    Invece delle 15 ore d’impiego part-time come uomo delle pulizie, lo studente ha maturato complessivamente 16 ore e mezzo in una settimana.

    Novanta minuti d’eccesso che hanno portato le autorità danesi a revocargli il permesso di soggiorno, nonostante Youbi avesse chiarito che il monte ore di lavoro – alla fine dell’anno – non eccedeva il limite massimo stabilito.

    Il 7 gennaio 2016 il ragazzo è stato così costretto a far ritorno in Camerun, in seguito all’avviso di espulsione emesso a dicembre del 2015 dall’agenzia danese per il reclutamento e l’integrazione. Youbi avrebbe dovuto lasciare la Danimarca entro e non oltre l’8 di gennaio.

    “Sono dispiaciuto e deluso”, ha dichiarato Youbi all’emittente pubblica danese DR, prima di salire a bordo del volo che lo ha riportato in Camerun. “Tutto il mio lavoro è andato perso, di fatto. Quattro anni e mezzo in fumo. Ho costruito qualcosa di importante in Danimarca, pertanto è difficile dire addio a tutto questo”.

    (Qui sotto: il video di Marius Youbi che saluta la sorella e il nipote all’aeroporto di Billund, in Danimarca, prima di salire a bordo del volo che lo ha riportato in Camerun)


    Marius Youbi è considerato dai suoi docenti il miglior studente del corso specialistico di ingegneria elettronica. Di fronte alla decisione dell’espulsione da parte della Danimarca, l’università ha concesso al giovane la possibilità di terminare la sessione di esami. In un solo giorno, Youbi ha sostenuto tre prove d’esame, passandole con il massimo dei voti. 

    Un professore associato dell’università di Aarhus ha dichiarato all’emittente tv “di trovare totalmente ingiusta la decisione di espellere il giovane e di infliggere una punizione così dura solamente per il fatto che il ragazzo ha lavorato troppo. È il migliore studente del corso che abbiamo avuto finora”. 

    Sul web è partita una mobilitazione per fermare la decisione di espulsione di Marius Youbi. La petizione ha raccolto per il momento quasi 20mila firme. “Dobbiamo dimostrare che la Danimarca ha un cuore”, ha commentato un utente sul sito dove è stata lanciata la raccolta firme.

    Il vice presidente del Partito popolare socialista danese – Socialistisk Folkeparti, SF – ha dichiarato di voler presentare la petizione al ministero per l’Immigrazione affinché si torni indietro sulla decisione presa. Ma il ministro Inger Stojberg ha replicato di non poter interferire nei singoli casi. 

    All’inizio di gennaio, la Danimarca e la Svezia hanno adottato nuove misure per ridurre il loro numero di rifugiati e richiedenti asilo, ripristinando in maniera temporanea i controlli alle frontiere.

    Il primo ministro conservatore della Danimarca, Lars Løkke Rasmussen, ha chiesto che si discuta circa la possibilità di modificare alcune clausole della Convenzione di Ginevra, risalente al 1951 qualora l’Europa non dovesse essere in grado di limitare il numero di immigrati. Nel 2015 sono stati circa 18.500 i migranti richiedenti asilo in Danimarca. 

    La stessa sorte del giovane studente camerunense è toccata anche al suo collega nepalese Ram Shalik Bhattarai, di 28 anni, a cui è stato imposto di lasciare la Danimarca entro e non oltre il 7 gennaio 2016.

    Il motivo è il medesimo. Bhattarai ha maturato troppe ore di lavoro, affiancando l’occupazione part-time ai suoi studi. Il ragazzo nepalese vive nel paese da otto anni, dove convive insieme a sua moglie e suo figlio di 3 anni, nato in Danimarca. 

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