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    La Danimarca approva una legge che vieta il burqa

    La legge entrerà in vigore ad agosto

    Il governo ha specificato che la legge non è diretta contro una religione in particolare e non vieta di indossare indumenti come il velo o il turbante

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 31 Mag. 2018 alle 13:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:56

    La Danimarca ha vietato l’utilizzo di burqa e niqab, aggiungendosi alla lista dei paesi europei che non consentono alle donne di indossare indumenti che coprono loro il volto.

    La decisione è stata condannata dagli attivisti per i diritti umani come “non necessaria né proporzionata”.

    La legge è stata approvata con 75 voti a favore, 30 contrari e 74 astenuti ed era stata presentata dalla coalizione di centro destra al governo in Danimarca.

    Il governo ha specificato che il provvedimento non è diretto contro una specifica religione e che non vieta di indossare il velo, il turbante o il tradizionale cappello della religione ebraica.

    Nonostante ciò, la legge è nota come “divieto burqa” ed è vista come una limitazione alla liberà delle donne musulmane di scegliere cosa indossare.

    La prima infrazione della legge è punibile con una multa di mille corone, 134 euro circa, ma la somma aumenta fino 10mila corone, 13mila euro circa, se la norma viene violata per la quarta volta.

    La legge entrerà in vigore da agosto.

    Nel dibattito parlamentare sul testo del provvedimento, il governo ha rimosso la parte che prevedeva una pena detentiva per chi viola la legge.

    Il direttore europeo di Amnesty International, Gauri van Gulik, ha criticato la Danimarca per il divieto appena approvato.

    “Tutte le donne dovrebbero essere libere di vestirsi a loro piacimento e indossare abiti che esprimano la loro identità o le loro convinzioni. Questo divieto avrà un impatto particolarmente negativo sulle donne musulmane che scelgono di indossare il niqab o il burqa”.

    “Mentre alcune restrizioni specifiche sull’uso di veli che coprono totalmente il viso ai fini della sicurezza pubblica possono essere legittime, questo divieto generale non è né necessario né proporzionato e viola i diritti alla libertà di espressione e di religione”, continua il direttore.

    “Se l’intenzione di questa legge era quella di proteggere i diritti delle donne, fallisce in maniera abietta. Invece, la legge criminalizza le donne per la loro scelta nell’abbigliamento e così facendo viola quelle libertà che la Danimarca pretende di sostenere”.

    In Europa, un simile divieto esiste già in Francia, Austria e Belgio.

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