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    La Cina chiede ai diplomatici di boicottare un evento a cui parteciperà il Dalai Lama

    La manifestazione sui diritti umani, con alcuni premi Nobel e a cui la Cina chiede di non partecipare si terrà presso il Graduate Institute di Ginevra

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Mar. 2016 alle 12:32 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:14

    Il governo cinese ha chiesto a diplomatici e funzionari delle Nazioni Unite di boicottare un evento sui diritti umani a cui partecipano alcuni premi Nobel, previsto a Ginevra l’11 marzo, al quale prenderà parte anche il Dalai Lama. 

    In una lettera vista in esclusiva dall’agenzia stampa Reuters, la missione diplomatica cinese a Ginevra ha sollevato obiezioni circa la presenza del leader spirituale in esilio del Tibet alla manifestazione che si terrà presso il Graduate Institute di Ginevra.

    “Invitare il Dalai Lama all’evento in questione viola la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, in contrasto con i fini e i principi della Carta delle Nazioni Unite. La Cina si oppone risolutamente alle attività separatiste del quattordicesimo Dalai Lama a qualsiasi titolo e in qualsiasi nome e in qualsiasi paese, organizzazione o evento”, ha detto.

    “La Missione permanente della Cina chiede cortesemente alle missioni permanenti di tutti gli stati membri, alle agenzie delle Nazioni Unite e alle organizzazioni internazionali competenti di non partecipare alla manifestazione, e non incontrare il Dalai Lama e la sua cricca”. 

    L’attuale, e quattordicesimo Dalai Lama, la massima autorità spirituale buddista, è Tenzin Gyatso, che risiede a Dharamsala, nello Stato di Himachal Pradesh, nel nord dell’India, a causa dell’occupazione politica e militare del Tibet da parte della Cina. Nel 1989 è stato insignito del premio Nobel per la resistenza non violenta contro la Cina. 

    Philippe Burrin, direttore dell’istituto di Ginevra, ha detto che nonostante le pressioni che arrivano da diverse parti, l’evento non sarebbe stato annullato.

    “Questa è una questione di libertà di espressione e di libertà accademica di organizzare un evento”, ha detto lui. “Non si tratta di un evento sul Tibet, su un argomento politicamente sensibile, ma sul ruolo della società civile nella promozione dei diritti umani”, ha proseguito. 

    Oggi, 10 marzo è il cinquantasettesimo anniversario dell’inizio della rivolta pacifica del popolo tibetano contro l’invasione della Cina e l’occupazione del Tibet.

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