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    Covid, l’Olanda torna in lockdown parziale: In Austria solo per i non vaccinati

    Proteste all'Aja, scontri con la polizia

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 12 Nov. 2021 alle 20:28 Aggiornato il 12 Nov. 2021 alle 21:36

    Il premier olandese Mark Rutte ha annunciato un lockdown parziale di tre settimane a partire da sabato. Tra le misure messe in campo la chiusura di bar e ristoranti alle 20 e dei negozi di beni non essenziali alle 18. Via anche i tifosi dagli stadi. Ampliata la gamma di luoghi in cui sarà necessario mostrare il green pass. “Il virus è ovunque”, ha sottolineato Rutte affermando che, con il lockdown parziale, verrà sferrato “un duro colpo” alla risalita dei contagi. Una decisione che ha portato a forti proteste all’Aja. La polizia olandese ha usato i cannoni ad acqua per disperdere i 200 manifestanti che protestavano di fronte alla sede del governo. I dimostranti avevano lanciato pietre e fuochi artificiali contro gli agenti.

    Invece in Austria, forse già da lunedì, scatterà il lockdown duro per i non vaccinati. Lo ha annunciato il cancelliere Alexander Schallenberg. Il via libera formale è atteso per domenica, non è però chiaro se il lockdown entrerà effettivamente in vigore già lunedì, come a Salisburgo e Alta Austria. I non vaccinati potranno uscire di casa solo per il lavoro, per acquisti di prima necessità e per “fare due passi”, come ha spiegato Schallenberg. Ci saranno controlli a campione. “Non viviamo in uno Stato di polizia, non possiamo e vogliamo controllare a ogni angolo di strada”, ha commentato. Ci sarà anche l’obbligo vaccinale per i sanitari.

    Intanto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), alla luce dei dati epidemiologici settimanali, ha definito “estremamente preoccupante” la situazione del Covid-19 in dieci Paesi europei, mentre l’Italia è nel gruppo degli Stati “a bassa preoccupazione”. I dieci Paesi più a rischio sono: Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia. Altri 13 Paesi destano “forte preoccupazione”. Si tratta di Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Romania e Slovacchia.

    Secondo gli esperti dell’Ecdc la situazione è “moderatamente preoccupante” in tre Paesi (Cipro, Francia e Portogallo). Assieme all’Italia, gli Stati a “bassa preoccupazione” sono invece Malta, Spagna e Svezia. Rispetto alla settimana precedente, gli esperti Ue segnalano la performance negativa di Belgio, Finlandia, Liechtenstein e Polonia, tutti e quattro passati a un livello di preoccupazione superiore. L’Italia fa invece parte del gruppo di Stati ‘promossi’ a una categoria inferiore di rischio epidemiologico.

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