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    La Corte di Strasburgo ha assolto l’eurodeputato che disse: “Donne più stupide, giusto che guadagnino meno”

    Parlamento europeo

    Il presidente Tajani aveva sospeso il deputato del Parlamento europeo, ma la Corte ha ribaltato la sua decisione. Tra i giudici solo una donna

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 7 Giu. 2018 alle 16:10 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:35

    Il deputato del Parlamento europeo Korwin-Mikke aveva detto un anno fa che era giusto che le donne guadagnino meno degli uomini, essendo più stupide.

    L’eurodeputato ha pronunciato queste parole durante una sessione del Parlamento europeo, scatenando lo sdegno dei suoi colleghi e colleghe.

    Lo stesso presidente Antonio Tajani aveva condannato le affermazioni dell’esponente del partito euroscettico, Congresso della Nuova destra, arrivando a sospenderlo.

    Dopo un anno e mezzo, però, è arrivata la sentenza del Tribunale di Strasburgo. La Corte ha espresso un parere completamente opposto rispetto a quello del Parlamento, decidendo di assolvere e riabilitare il deputato.

    Inoltre, Korwin-Mikke ha diritto ad un risarcimento, secondo quanto stabilito dalla sentenza.

    A colpire in questa vicenda, oltre alle dichiarazioni discriminanti dell’eurodeputato, è la composizione del collegio che si è espresso sulla vicenda. Tra i 6 giudici, infatti, solo uno era una donna.

    “È giusto che le donne guadagnino meno perché sono più deboli, più piccole e meno intelligenti”, aveva detto il deputato in una sessione plenaria del Parlamento nel marzo 2017.

    Il presidente Tajani aveva imposto a Korwin-Mikke il pagamento di una sanzione di 12mila euro, pari a 30 giorni di sospensione con relativa perdita di indennità. A ciò era stato aggiunto il divieto di rappresentare il Parlamento per un periodo di un anno.

    La decisone del presidente era stata accolta dagli applausi del Parlamento come una giusta misura contro le parole discriminanti pronunciate da Korwin-Mikke contro le donne.

    La Corte europea, però, ha stabilito che per quanto le affermazioni del deputato siano “scioccanti”, non rientrano tra le condotte punibili secondo il regolamento del Parlamento.

    Inoltre, secondo i giudici non è possibile nemmeno condannare il comportamento di Korwin-Mikke per aver turbato i lavori dell’Aula.

    Il Parlamento si era però costituito contro il ricorso presentato alla Corte di Strasburgo, sostenendo che invece le parole dell’eurodeputato costituivano una “lesione alla reputazione e alla dignità dell’istituzione”.

    Secondo i giudici, però, “in assenza di criteri chiaramente definiti (…) una siffatta interpretazione avrebbe l’effetto di limitare arbitrariamente la libertà di espressione dei parlamentari”.

    Lo stesso regolamento interno del Parlamento prevede che siano sanzionabili solo le dichiarazioni che comportano l’uso di un “linguaggio e comportamento diffamatorio, razzista o xenofobo”.

    La sentenza stabilisce anche che il Parlamento deve farsi carico del “rimborso delle somme corrispondenti alle indennità sospese come risarcimento patrimoniale del danno subito” da Korwin-Mikke.

    La decisione dei giudici sembra contraddire le politiche dell’Unione europea in materia di uguaglianza di genere, che mirano a migliorare la condizione della donna e a raggiungere la parità salariale.

    Inoltre, l’Unione ha creato un apposito Istituto europeo per l’uguaglianza di genere che ha la sua sede in Lituania.

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