Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    La Corte suprema britannica deciderà se il parlamento dovrà votare sulla Brexit

    Inizia oggi il procedimento per stabilire se sarà necessario il voto parlamentare per avviare formalmente l'iter sulla Brexit, come richiesto dall'Alta corte britannica

    Di TPI
    Pubblicato il 5 Dic. 2016 alle 10:44 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:49

    La Corte suprema britannica inizierà oggi il procedimento per stabilire se sarà necessario il voto parlamentare per avviare formalmente l’iter sulla Brexit, come richiesto dall’Alta corte britannica sulla base del ricorso presentato da due cittadini, Gina Miller e Deir Dos Santos. 

    Gli undici giudici della Corte suprema dovranno decidere sull’appello del governo contro la sentenza dell’Alta corte che il mese scorso aveva stabilito che solo il parlamento ha l’autorità per avviare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona. L’udienza durerà quattro giorni, il verdetto è atteso per la fine di gennaio 2017. 

    Il risultato avrà implicazioni sulla strategia del premier Theresa May per l’uscita europea. Secondo le intenzioni del primo ministro, i negoziati saranno avviati già nel marzo 2017.

    Ma sono in tanti a insistere sul fatto che una decisione di questa portata può essere presa solo ed esclusivamente dal parlamento. 

    Il governo sostiene di poter avviare il processo dell’articolo 50 usando i cosiddetti poteri prerogativa, ossia la prerogativa reale (royal prerogative), secondo cui l’esecutivo opera sotto mandato della Corona. 

    L’Alta Corte ha sentenziato che senza il consenso del parlamento non sarà possibile far partire la procedura, sottolineando che il governo non ha diritto di scavalcare la sovranità del parlamento. Le armi dell’esecutivo si basano sul fatto che il governo stia operando secondo la volontà del popolo, espressa con il referendum.

    Tra i promotori della causa davanti all’Alta corte, oltre Deir Dos Santos, vi è Gina Miller, a capo di un grosso fondo d’investimento, l’Scm private, un colosso finanziario all’interno della City londinese. Gina Miller ha per adesso vinto il primo round, insieme a tutti i gruppi che la sostengono, fra cui People challenge, e nei prossimi giorni sarà ascoltata anche dalla Corte suprema. 

    I laburisti hanno più volte ribadito che non cercheranno di porre il veto sulla Brexit se il procedimento passerà per il parlamento. “Rispetteremo l’esito del referendum, anche se molti di noi avevano fatto campagna della direzione opposta”, ha detto Shami Chakrabarti, ministro ombra della Giustizia.  

    In una dichiarazione sul sito web della Corte suprema, i giudici hanno dichiarato di essere “a conoscenza del pubblico interesse in merito a questo caso e delle forti sensazioni associate alle più ampie questioni politiche circa l’uscita del Regno Unito dall’Europa, sottolineando che questo non è oggetto del giudizio. Il dovere dei giudici è valutare in modo imparziale e decidere secondo la legge”. 

    Al vertice del sistema giudiziario vi è l’Alta corte di giustizia (High court). Dal 2009 esiste un tribunale superiore, la Corte suprema del Regno Unito. È la corte di ultima istanza in tutti gli ambiti del diritto britannico. 

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version