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    Quali conseguenze può avere sull’ecosistema la costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico

    Lungo il confine tra i due stati ci sono specie protette e riserve naturali che potrebbero essere danneggiati da cemento e recinzioni

    Di TPI
    Pubblicato il 12 Apr. 2017 alle 20:50 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:24

    L’annuncio che ha segnato la campagna elettorale di Donald Trump sembrava semplice da realizzare: costruire un muro di cemento al confine tra Messico e Stati Uniti per bloccare l’immigrazione clandestina. Una struttura lineare per sottolineare la divisione politica tra i due paesi.

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    In realtà, quel muro per il quale Trump intende chiedere 4,1 miliardi di dollari di finanziamenti, può avere ripercussioni sull’ambiente oltre che sulle persone. Difficile stabilire se la costruzione della barriera risulterà efficace nella lotta alla droga o alla clandestinità. Ciò che è certo è che i 654 chilometri di muro che già dividono Stati Uniti e Messico hanno creato non pochi problemi agli equilibri ecologici della zona.

    Alcuni animali, anche rari, come il giaguaro e il gattopardo americano, tipici dell’ecosistema nordamericano, sono stati improvvisamente isolati. Molte strade sono state costruite in zone prima selvagge. Sono aumentate le alluvioni perché il muro ha finito per essere una diga per alcuni corsi fluviali.

    Il prossimo passo nella costruzione del muro potrebbe danneggiare gravemente la riserva di fauna selvatica del Texas. Lungo il percorso del muro ci sono dalla parte statunitense sei riserve di questo tipo, sei parchi nazionali, aree tribali, aree incontaminate e zone tutelate. Anche sul versante messicano ci sono diverse aree protette che spesso sono state create per salvaguardare specie animali e vegetali che abitano proprio a cavallo tra i due paesi.

    Nel caso del El Pinacate e Cabeza Prieta, le specie tipiche del deserto come l’antilope Sonoran pronghorn hanno avuto per anni la possibilità di muoversi lungo il confine. Con la costruzione di strade e barriere gli spostamenti sono diventati più difficili.

    In quest’area abitano specie animali non presenti in altre zone del mondo e la biodiversità è una caratteristica fondamentale del confine. È lo sforzo congiunto da una parte all’altra del fronte ad aver permesso la sopravvivenza di molti esemplari. 

    L’area forse più indicativa da questo punto di vista è quella delle sky island, che ricadono per gran parte nella foresta nazionale del Colorado, ma che arrivano fino in Messico. È la zona con il maggiore livello di biodiversità del paese: gufi, giaguari, pappagalli sono solo alcuni degli animali che la popolano.

    Jesse Lasky, biologo, ha pubblicato uno studio sulle specie di confine. Secondo Lasky e i suoi colleghi i problemi principali si verificano quando muri e recinti tagliano in due un habitat e costringono una popolazione ridotta di una specie animale a separarsi. Si riduce lo scambio genetico e aumenta il rischio di estinzione. 

    Il muro preoccupa gli attivisti che vogliono preservare le 19 specie a rischio e le 57 specie protette della valle del Rio Grande.

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