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    Conferenza sulla Libia, Draghi: “Situazione degli sbarchi insostenibile, serve nuovo accordo”. Macron: “Elezioni il 24 dicembre”

    Credit: Ansa
    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 12 Nov. 2021 alle 19:47 Aggiornato il 12 Nov. 2021 alle 19:55

    Una lunga giornata di incontri tra capi di Stato e di governo quella di oggi a Parigi alla conferenza organizzata per sostenere la transizione politica in Libia. Uno degli obiettivi del summit era tenere le elezioni il 24 dicembre, “la comunità internazionale sostiene questo calendario, la chiave adesso per il buon svolgimento è il ruolo delle autorità libiche nelle prossime settimane per favorire un processo inclusivo”, ha detto Macron nella conferenza stampa finale della Conferenza al fianco del premier italiano Mario Draghi e della cancelliera tedesca Angela Merkel.

    I leader presenti hanno confermato “l’impegno” della comunità internazionale per la pace e la stabilità di una Libia “pienamente sovrana, unita e democratica”: la comunità internazionale lancia un appello per elezioni “libere” e “credibili” in Libia il 24 dicembre e minaccia sanzioni contro chi ostacolerà il processo elettorale. Il processo di stabilizzazione della Libia deve includere “tutte le parti in causa”, ha proseguito Macron, non solo l’Unione Africana ma anche la Lega Araba e l’Unione Europea.

    Il presidente francese ha aggiunto che la Russia e la Turchia devono ritirare i loro mercenari della Libia “senza ulteriore ritardo” perché “minacciano la stabilità e la sicurezza del Paese e dell’intera regione”. Un “primo passo è stato infatti compiuto con l’annuncio del ritiro di 300 mercenari” al servizio del campo dell’uomo forte della Libia orientale Khalifa Haftar, ha sottolineato Macron. “Ma questo è solo l’inizio: anche Turchia e Russia devono ritirare senza indugio i loro mercenari e le loro forze militari, la cui presenza minaccia la stabilità e la sicurezza del Paese e dell’intera regione”.

    Tenere le elezioni il 24 dicembre “è la volontà chiara del popolo libico come dimostra la registrazione di circa 3 milioni di elettori” ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Dopo anni di conflitto – ha detto – il popolo libico deve potersi esprimere in elezioni libere, trasparenti e credibili”. “Il Piano d’Azione elaborato dalla Commissione militare congiunta è un importante passo avanti. Il ritiro di alcuni mercenari stranieri prima delle elezioni aiuterebbe a rafforzare la fiducia fra le parti”, ha aggiunto. Dopo le elezioni – è l’obiettivo – sarà necessario affrontare in via prioritaria la riforma del sistema di sicurezza e il reintegro dei combattenti.

    “L’Italia è pronta a fornire il proprio sostegno”, ha proseguito Draghi. “La piena attuazione dell’accordo sul cessate il fuoco del 23 ottobre 2020 resta un obiettivo cardine. La sostanziale assenza di conflittualità dell’ultimo anno e la riapertura della strada costiera sono traguardi importanti che non vanno vanificati”. “La normalizzazione della Libia passa anche per un sistema economico in grado di rispondere ai bisogni della popolazione e favorire gli investimenti esteri”, ha aggiunto Draghi. “Va garantita, anche attraverso un bilancio condiviso, un’equa distribuzione delle risorse in ogni parte del Paese e rafforzato il percorso di riunificazione delle istituzioni economiche e finanziarie, a partire dalla Banca Centrale”.

    Durante la conferenza stampa finale il premier italiano ha ribadito che “è importante che le elezioni si svolgano il 24 dicembre in modo simultaneo, presidenziali e parlamentari. Ma per farlo occorre una legge elettorale. E’ quindi mio auspicio che questa legge vanga fatta con l’accordo di tutti che lavoreranno insieme non nelle prossime settimane, ma nei prossimi giorni, perché è urgente per poter votare il 24 dicembre”. Draghi ha parlato anche della situazione migranti: “La situazione degli sbarchi è insostenibile, l’Unione europea trovi un accordo. Noi stessi dobbiamo riuscire a investire di più in Libia, a spendere più denaro per creare condizioni più umane” sul fronte dell’immigrazione “che spesso non ha origine in Libia ma dai Paesi vicini”, ha aggiunto.

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