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    Condannato per sodomia

    Il leader dell’opposizione in Malesia dovrà passare 5 anni in prigione per aver avuto rapporti omosessuali con un collaboratore

    Di Matteo Garavoglia
    Pubblicato il 10 Feb. 2015 alle 12:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:29

    Anwar Ibrahim, il principale leader dell’opposizione ed ex vice primo ministro malese dal 1993 al 1998, è stato condannato a 5 anni di prigione per sodomia.

    La Corte federale della Malesia, che rappresenta l’ultimo grado di appello nel sistema giudiziario del Paese, ha confermato la sentenza emessa nel marzo 2014.

    I fatti risalgono al 2008 quando, poco prima delle elezioni, Anwar venne accusato di aver avuto rapporti sessuali con un suo collaboratore.

    Visto da molti come l’unico uomo che possa in qualche modo rompere il dominio politico del Fronte nazionale, il partito al governo ininterrottamente dal 1957, il capo dell’opposizione ha apertamente denunciato la sfumatura politica della condanna.

    “Sono innocente. Questa è stata una cospirazione politica per porre fine alla mia carriera”. Il giorno prima della sentenza, Anwar si era detto “cautamente ottimista” su una sua possibile assoluzione.

    Questa sarà la seconda volta che Anwar Ibrahim dovrà scontare un periodo di detenzione. Già nel 1998, infatti, venne condannato a sei anni di carcere sempre per sodomia e corruzione.

    Rilasciato nel 2004, Anwar emerse fin da subito come capo dell’opposizione riuscendo a contenere la vittoria del Fronte Nazionale alle elezioni del 2008 e del 2013, e limitando il partito governativo a una maggioranza semplice.

    Human Rights Watch ha duramente criticato l’operato del governo di Najib Razak accusandolo di voler liberamente perseguitare Anwar Ibrahim, il quale non potrà prendere parte alle elezioni del marzo 2018.

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