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    Commissione Ue: “Riconoscere i diritti dei genitori gay in tutti i Paesi membri”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 7 Dic. 2022 alle 14:06

    Commissione Ue: “Riconoscere i diritti dei genitori gay in tutti i Paesi membri”

    “Tutti i bambini dovrebbero avere gli stessi diritti indipendentemente da come sono stati concepiti o nati e dal loro tipo di famiglia”. È la posizione della commissione europea, espressa dal commissario alla Giustizia, Didier Reynders, che oggi ha presentato una proposta dell’esecutivo dell’Unione Europea per il riconoscimento della genitorialità in tutti i paesi membri, anche nel caso di coppie dello stesso sesso.

    “Uno degli aspetti chiave della proposta è che la genitorialità stabilita in uno stato membro dell’UE dovrebbe essere riconosciuta in tutti gli altri stati membri, senza alcuna procedura speciale”, spiega in un comunicato la commissione, che con la proposta mira a superare gli “ostacoli giuridici” alle famiglie che si trovano alle prese con ordinamenti di paesi diversi. “Le famiglie a volte devono avviare procedimenti amministrativi o addirittura giudiziari per far riconoscere lo status di genitore, ma questi sono costosi, richiedono tempo e possono avere risultati incerti”, sottolinea la commissione, secondo cui il regolamento proposto consente ai minori “di beneficiare dei diritti derivanti dalla genitorialità ai sensi del diritto nazionale in questioni quali la successione, il mantenimento, l’affidamento o il diritto dei genitori di agire come rappresentanti legali del figlio (per questioni scolastiche o sanitarie)”.

    “Grazie alle nuove norme, tutti i bambini e le famiglie godranno dei diritti derivanti dalla genitorialità ai sensi del diritto nazionale in tutti gli Stati membri, una volta che la loro genitorialità sia stata stabilita in uno Stato membro”, ha affermato Reynders, secondo cui la proposta “include il riconoscimento della genitorialità di un bambino con genitori dello stesso sesso”.

    “È impensabile che un genitore in uno stato membro non sia riconosciuto come genitore in un altro stato membro”, ha detto invece la vicepresidente Vera Jourova. “Ciò mette a rischio alcuni bambini, poiché non avrebbero accesso garantito ai loro diritti, come la successione, il mantenimento o le decisioni in materia di scolarizzazione e istruzione”, ha continuato la commissaria per i valori e la trasparenza. “La nostra proposta prevede un insieme chiaro di norme sul riconoscimento della paternità, in modo che quando una famiglia si sposta da uno stato membro all’altro, rimanga una famiglia. E con questo riduciamo anche i costi e il tempo speso nei procedimenti legali”.

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