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    Commenti online a pagamento

    Un sito d’informazione e cultura ebraica gratuito ha deciso di far pagare i lettori se vogliono dire la loro

    Di The Post Internazionale
    Pubblicato il 10 Feb. 2015 alle 11:59 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:10

    Al giorno d’oggi, sono pochi i giornali online che possono permettersi di far pagare i lettori per leggere i propri articoli.

    Molti siti-web offrono storie e pezzi gratis accessibili a chiunque, e non sempre questo ha a che vedere con la qualità degli articoli che quegli stessi giornali o siti-web pubblicano online.

    The Guardian, Bbc, Al-Jazeera, Internazionale e molti altri permettono accesso gratuito a tutti i lettori sul web, ma gli articoli che scrivono non sono necessariamente meno interessanti o di minore qualità rispetto a quelli del The New York Times, The Wall Street Journal e Financial Times.

    Ma paghereste mai per commentare gli articoli che leggete? Tablet, un sito d’informazione e cultura ebraica completamente gratuito, ha deciso di introdurre un nuovo sistema per cui i lettori devono pagare se vogliono dire la loro.

    Il sito ha pensato di attuare questo nuovo schema non tanto per generare nuove entrate quanto piuttosto per trovare un modo volto ad auto-moderare i commenti tra i lettori del sito.

    Il tentativo vuole provare a modificare il tono usato dei lettori, nella convinzione e nella speranza che chi decide di commentare – e quindi di pagare – pensi due volte prima di dire la sua, evitando un linguaggio scurrile e trolling d’ogni tipo.

    Tablet ha introdotto uno schema di pagamento di 2 dollari al giorno per commentare (circa un euro e 70 centesimi), 18 dollari al mese e 180 all’anno (rispettivamente 15 e 160 euro circa).

    Il motivo ufficiale è che la rete pone un limite a una discussione civile e costruttiva, che spesso sfocia nelle invettive di ogni genere o anche peggio, si legge in un editoriale del direttore di Tablet Alana Newhouse.

    “Molti siti-web stanno uccidendo sempre di più i commenti per abbandonare la comunità dei propri lettori, il che è in realtà un terribile errore”, ha detto Aron Pilhofer, direttore del settore digitale del Guardian.

    “Ogni sito-web che mette in secondo piano la sezione dei commenti favorisce quelli come il nostro. I lettori hanno bisogno e meritano una voce. Dovrebbero meritare una parte centrale nel mondo del giornalismo”.

    La politica di The Post Internazionale sui commenti — leggi qui 

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