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    Come funziona l’impeachment del presidente degli Stati Uniti

    Chi decide la messa in stato di accusa? Quanto rischia Donald Trump? Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'istituto giuridico della Costituzione americana

    Di TPI
    Pubblicato il 18 Mag. 2017 alle 12:50 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:08

    In questi giorni si parla dell’ipotesi di impeachment contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il licenziamento del direttore dell’Fbi James Comey, il caso Michael Flynn, il cosiddetto Russiagate e le rivelazioni di informazioni riservate ai russi hanno fatto emergere questa ipotesi.

    Nella Costituzione degli Stati Uniti esiste un istituto giuridico che prevede la messa in stato di accusa dei funzionari costituzionali (presidente, vice presidente e giudici), qualora vi siano sospetti su atti illeciti commessi nell’esercizio delle loro funzioni.

    L’impeachment è regolato dall’articolo II, sezione IV: iI presidente, il vicepresidente e tutti i titolari di cariche pubbliche negli Stati Uniti saranno destituiti dal loro ufficio qualora, in seguito ad accusa mossa dalla Camera, risultino colpevoli di tradimento, di corruzione o di altri gravi reati.

    Si tratta di un istituto di garanzia contro l’abuso di potere dei funzionari costituzionali. 

    Chi promuove il procedimento di impeachment?

    Negli Stati Uniti la Camera dei rappresentanti svolge la funzione di discutere i capi d’accusa e decidere, con voto di maggioranza semplice dei presenti, se avviare il procedimento. Il Senato ricopre il ruolo di giudice e si esprime con voto a maggioranza dei due terzi dei presenti.

    Se a essere messo in stato di accusa è il presidente degli Stati Uniti, il processo sarà presieduto dal presidente della Corte suprema.

    Si può essere sottoposti a impeachment in caso di tradimento, corruzione, e crimini non specificati. Il processo di messa in stato d’accusa può essere accompagnato da quello della giustizia ordinaria. 

    Come funziona l’impeachment?

    Il primo step del procedimento spetta alla Camera dei rappresentanti, la quale formula le accuse in presenza di casi di corruzione, tradimento o altro grave crimine e misfatto. Si procede poi con la nomina di una commissione di inchiesta che stilerà una relazione su cui i deputati discuteranno.

    Si proce poi al voto: se la maggioranza vota per intraprendere il procedimento di impeachment, i capi d’accusa sono trasmessi al senato. La maggioranza necessaria è quella semplice, 218 su 435 deputati, e oggi i democratici alla Camera possono contare su 193 seggi. 

    Il secondo step riguarda l’altro ramo del Congresso, il Senato, il quale emette il suo giudizio. Il processo è presieduto dal presidente della Corte suprema federale, ruolo attualmente ricoperto da John G. Roberts Jr. L’accusato potrà presenziare alla discussione per potersi difendere.

    Se alla fine del procedimento i due terzi dei senatori voteranno a favore della condanna, il funzionario accusato sarà destituito dalla carica e interdetto dai pubblici uffici. La decisione è presa a porte chiuse.

    Quali presidenti statunitensi hanno subito il procedimento di impeachment?

    Nella storia degli Stati Uniti, sono stati sottoposti a impeachment il presidente repubblicano Andrew Johnson e quello democratico Bill Clinton.

    Andrew Johnson, vice di Abraham Lincoln, prese il suo posto dopo il suo assassinio nel 1865 e fu sottoposto all’impeachment per alcuni supposti abusi nell’esercizio dei suoi poteri. Riuscì a salvarsi per un voto.

    Bill Clinton fu sottoposto al procedimento con l’accusa di spergiuro, avendo detto il falso sulla sua relazione con una giovane stagista della Casa Bianca, Monica Lewinsky, e con l’accusa di aver ostacolato la giustizia, facendo pressioni su alcuni collaboratori per nascondere la relazione.

    Alla fine del procedimento il Senato lo assolse nel 1999, sostenendo che quel comportamento riguardava la sfera privata più che quella pubblica del presidente. 

    Nel caso del presidente Richard Nixon e del vicepresidente Spiro Agnew non si può propriamente parlare di impeachment. Nel 1973, in seguito allo scandalo Watergate, entrambi si dimisero chiudendo il procedimento prima che potesse essere formalmente avviato. Un mese dopo Nixon ottenne il perdono giudiziale presidenziale, da parte del suo successore Gerald Ford.

    Quali sono le probabilità che Trump sia messo in stato d’accusa?

    Attualmente sono pochissime. Johnson, Clinton e Nixon dovevano affrontare l’accusa di Camera e Senato entrambe controllate da loro avversari. Oggi i Repubblicani hanno un consistente vantaggio in termini di senatori e parlamentari e non hanno alcuna intenzione, salvo rare e isolate eccezioni, di mettere in stato d’accusa il presidente. 

    Trump ha ancora un forte sostegno da parte della sua base elettorale e gli errori finora commessi non sembrano essere sufficienti a fargli rischiare la carica. 

    Non si può escludere che in futuro, se nuove indiscrezioni saranno confermate e le inchieste produrranno risultati concreti, il processo di impeachment potrebbe diventare un’ipotesi sempre più concreta. 

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