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    Coloni israeliani di un insediamento illegale accettano il trasferimento

    La colonia di Amona è stata costruita su un terreno privato palestinese e la Corte suprema israeliana ne ha ordinato l'evacuazione. Saranno trasferiti in un sito vicino

    Di TPI
    Pubblicato il 19 Dic. 2016 alle 09:08 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:22

    I coloni israeliani di un insediamento nei territori occupati della Cisgiordania hanno accettato un accordo proposto dal governo domenica 18 dicembre 2016 per essere ricollocati, evitando così l’evacuazione forzata e un confronto con i soldati israeliani.

    La Corte suprema aveva stabilito che l’insediamento di Amona, occupato da circa 330 coloni, è stato costruito illegalmente su un terreno privato palestinese e aveva ordinato che fosse evacuato entro il 25 dicembre.

    Il caso, che ha messo a confronto l’estrema destra israeliana – favorevole agli insediamenti – e la magistratura, testandone l’indipendenza, ha condotto a una proposta di legge per la legalizzazione retroattiva degli insediamenti nei territori occupati.

    La bozza è stata promossa dagli ultranazionalisti in seno al governo di coalizione guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, il quale l’ha appoggiata.

    Per diventare a tutti gli effetti una norma dell’ordinamento giuridico di Israele, il disegno di legge deve superare ancora due votazioni parlamentari, ma gli oppositori degli insediamenti ne metterebbero certamente in dubbio la legalità e la Corte suprema potrebbe rovesciarla.

    La comunità internazionale, inoltre ha contestato la proposta di legge e i palestinesi hanno denunciato l’iniziativa come un passo verso l’annessione della Cisgiordania.

    Per quanto riguarda la comunità di Amona – che anche qualora passasse il disegno di legge è ormai stata dichiarata illegale dai giudici israeliani – l’accordo per un ricollocamento è stato raggiunto nella tarda notte di sabato 17 dicembre in seguito a colloqui tenuti da Netanyahu e da Naftali Bennett, esponente del partito di estrema destra Casa ebraica e ministro, con i coloni.

    Il ricollocamento prevede che 24 delle 40 famiglie coinvolte vengano trasferite su un terreno adiacente non coperto dal verdetto emesso dalla corte.

    Il nuovo sito è stato designato come luogo sottoposto alla custodia di Israele in assenza dei proprietari palestinesi, ma qualora i proprietari si facessero avanti per rivendicare i propri diritti su di esso, l’insediamento risulterebbe nuovamente costruito illegalmente su un terreno privato.

    Un gruppo israeliano contrario agli insediamenti ha infatti reso noto di aver rintracciato il legittimo proprietario palestinese e di voler intraprendere un’azione legale.

    Nel 1967, Israele ha sottratto alla vicina Giordania la Cisgiordania e vi ha costruito circa 120 insediamenti. La comunità internazionale ritiene che tali colonie siano illegali e che rappresentino un serio ostacolo alla costituzione di uno stato della Palestina in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

    Inoltre, coloni israeliani hanno creato diversi insediamenti, oltre cento, che pur non essendo ufficialmente riconosciuti sono tacitamente appoggiati dal governo.

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