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    Colombia, si dimette il ministro della Difesa: è accusato di aver occultato l’uccisione di 8 minori durante un bombardamento ai dissidenti Farc

    Il ministro della Difesa colombiano, Guillermo Botero Credit: Ansa

    Guillermo Botero aveva nascosto che nell'operazione in cui si diceva fossero morti 14 guerriglieri in realtà fra le vittime c'erano otto ragazzi fra i 13 e i 17 anni

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 7 Nov. 2019 alle 13:17

    Colombia uccisione di sette minori durante un bombardamento alle Farc occultata

    Il ministro della Difesa colombiano, Guillermo Botero, si è dimesso mercoledì 6 novembre dopo rivelazioni riguardanti il bombardamento di una base della guerriglia dissidente delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) in cui sono morti otto minorenni.

    Colombia uccisione minori, le accuse

    Era stato accusato in Parlamento dalle opposizione di aver occultato la morte di otto minori tra i 12 anni e 17 anni, nel corso di un bombardamento da parte dell’esercito contro dissidenti delle Farc, il gruppo guerrigliero che nel 2016 ha firmato l’accordo di pace con il governo.

    Dopo aver accettato le dimissioni di Botero, il presidente colombiano Iván Duque ha informato attraverso il suo account Twitter che il generale Luis Fernando Navarro, attuale comandante delle forze armate colombiane, sarà il nuovo ministro della difesa.

    Nel mezzo dello scandalo politico, Duque ha sottolineato i presunti risultati durante la gestione di Botero, tra i quali ha elencato il “freno” alla crescita delle colture di coca e alla riduzione del crimine di omicidio del 2 per cento.

    A portare in Parlamento le rivelazioni sulla morte dei minori, il deputato Roy Barreras Botero, che aveva sostenuto inizialmente che nel bombardamento erano stati uccisi 14 guerriglieri. Tra le vittime figurano invece sette ragazzi: la tesi è che “si sapeva della morte dei minori” e che tre ragazze erano state vittime di reclutamento forzato e abusi. Di fronte a questo, “la risposta dello Stato è stata quella di bombardarle e di nascondere la loro morte”.

    In serata, la nota del ministro: “Nel corso di una riunione con il presidente della Repubblica per analizzare la attuale congiuntura politica ci siamo accordati sul fatto che la cosa più conveniente fosse che presentassi la mia rinuncia all’incarico”. Dopo aver accettato le dimissioni, il presidente Ivan Duque ha nominato come titolare della Difesa il generale Luis Fernando Navarro.

    Dopo le dimissioni del ministro, in un breve comunicato, alcune organizzazioni per i diritti umani e la pace (“Creciendo Unidos”, “Escuela Viajera”, istituto gesuita Cinep, “Forculvida” di Cali) “sollecitano un urgente pronunciamento del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del bambino e ringraziano per l’importante appoggio il suo presidente Luis Pedernera”. Appoggio al momento ancora informale.

    Colombia, il bilancio della guerriglia

    Nei primi 6 mesi del 2019 si contano almeno sessanta difensori dei diritti umani e leader indigeni uccisi in una guerra per il controllo del territorio di cui nessuno parla. Altre cifre parlano di 150 nei primi 9 mesi di quest’anno. Nell’ultima settimana, soltanto nella regione del Cauca, sono state uccise 12 persone, in maggioranza indigeni Nasa.

    Nella regione operano vari gruppi armati illegali: paramilitari, l’Eln, alcuni gruppi dissidenti delle Farc che non sono mai entrati nei processi di pace e la più recente, e ancora poco chiara, infiltrazione nel territorio colombiano di cartelli del narcotraffico messicani, di cui ancora poco si parla proprio a causa delle poche informazioni che si hanno al riguardo.

    Il disarmo delle Farc nel 2016 in seguito agli accordi di pace ha lasciato una sorta di vuoto di potere in molte regioni della Colombia, vuoto che lo Stato colombiano non è riuscito a colmare per primo. Gli enormi interessi economici presenti in queste zone hanno attirato l’attenzione degli altri gruppi illegali presenti nel paese. Una confusione che causa violenze e aggressioni contro i popoli autoctoni di questi territori.

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