Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    I Paesi più felici del mondo

    La differenza tra i più felici e i meno felici, e quelli in cui la felicità è calata maggiormente

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 27 Apr. 2015 alle 12:11 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:05

    Il World Happiness Report viene pubblicato ogni anno dal Sustainable Development Solutions Network, un’organizzazione dell’Onu lanciata nel 2012 dal segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

    Il rapporto tenta di evidenziare i Paesi con il tasso di felicità più alto al mondo. Per farlo, si basa su un questionario realizzato dall’istituto di sondaggi Gallup.

    Ciascun intervistato indica, con un voto da 0 a 10, alcuni fattori e qualità del proprio Paese d’origine che secondo gli autori del rapporto determinano la felicità di un essere umano, tra cui la libertà di scegliere che tipo di vita condurre, la speranza di vita in condizioni salutari stabili e la disponibilità del welfare.

    L’idea del World Happiness Report è stata proposta per la prima volta nel 2011 da Jigmi Thinley, ex primo ministro del Bhutan, piccolo Paese di 700mila abitanti sull’Himalaya, che aveva invitato i Paesi membri delle Nazioni Unite a calcolare il proprio tasso di felicità.

    Il Bhutan è l’unico Paese al mondo ad aver adottato ufficialmente la Felicità interna lorda, un indice che sulla falsariga del Prodotto interno lordo (Pil) vuole calcolare il livello di felicità di un Paese.

    Nel rapporto del 2014 la Svizzera risulta essere il Paese più felice al mondo, seguita da Islanda, Danimarca, Norvegia e Canada. Dal lato opposto della classifica, il Paese meno felice è il Togo, seguito da Burundi, Siria, Benin e Ruanda.

    I Paesi che hanno avuto la maggiore crescita di felicità tra il 2012 e il 2014 sono stati il Nicaragua e lo Zimbabwe, mentre la Grecia è quello in cui la felicità è calata maggiormente, seguita da Egitto, Italia e Arabia Saudita.

    Jeffrey Sachs, direttore del Sustainable Development Solutions Network e dell’Earth Institute della Columbia University di New York, ha dichiarato di auspicare che questo rapporto venga usato dall’Onu come punto di riferimento per stabilire gli obbiettivi dei prossimi 15 anni.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version