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    Oltre 15mila civili sono morti nei raid contro l’Isis nel 2017

    Regno Unito e Stati Uniti però negano o minimizzano le loro responsabilità per le morti dei civili

    Di TPI
    Pubblicato il 8 Gen. 2018 alle 14:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:53

    Oltre 15mila civili sono stati uccisi durante il 2017 nel corso delle operazioni militari della coalizione a guida statunitense contro l’Isis in Siria e Iraq. Un dato – riportato dal quotidiano britannico The Guardian – in crescita del 42 per cento rispetto all’anno precedente.

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    Il Regno Unito tuttavia ha dichiarato di non avere prove che dimostrino con certezza che ci siano state vittime civili nei raid aerei che ha condotto nelle operazioni anti-Isis, mentre gli Stati Uniti hanno affermato di aver ucciso almeno 801 civili in maniera non intenzionale.

    Un altro dato, diverso da quello del The Guardian, diffuso dall’organizzazione Action on Armed Violence, riporta invece che le morti di civili in queste operazioni durante il 2017 sarebbero stati 8.932, in crescita dell’82 per cento rispetto al 2016. Per il gruppo di monitoraggio Airwars, invece, i civili morti nel 2017 nei raid aerei in Siria e Iraq sarebbero compresi tra gli 11mila e i 18mila.

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    Iain Overton, di Action on Armed Violence, si è mostrato scettico sulle affermazioni del governo britannico per cui non ci sarebbero prove che dimostrino la morte di civili nei raid aerei della Royal Air Force. Sentito dal The Guardian, ha dichiarato che gli attacchi dell’aviazione colpiscono gruppi che vengono ritenuti una minaccia e uccidono una terribile quantità di civili.

    Chris Woods di Airwars ha invece riferito che se i numeri sono cresciuti così tanto rispetto all’anno precedente, questo è accaduto perché molti combattimenti sono avvenuti all’interno delle grandi città, con conseguenti casi di guerriglia urbana e aumentando esponenzialmente la probabilità di colpire civili nel corso di bombardamenti.

    In seguito al dibattito scatenatosi nel Regno Unito sui civili rimasti uccisi nelle operazioni in Siria e Iraq, un portavoce del Ministero della Difesa ha ribadito che non ci sono prove sulle possibili vittime civili dei raid britannici. “Facciamo il possibile per ridurre al minimo i rischi per la vita dei civili nei nostri raid attraverso rigorosi processi di individuazione dei bersagli e la professionalità degli equipaggi della RAF”, ha dichiarato.

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