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    Una Cina senza campi di prigionia?

    Negli ultimi anni sono stati sempre di meno i cinesi imprigionati nei campi di lavoro. Il governo vuole riformare profondamente il sistema

    Di Michele Teodori
    Pubblicato il 20 Feb. 2013 alle 19:08 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:36

    Cina senza campi prigionia

    Wang Gongyi, un ex dipendente del ministero della Giustizia cinese, rivela che da circa due mesi la polizia ha cessato di inviare prigionieri nei campi di lavoro, eccetto una minoranza accusata di atti violenti contro le autorità.

    Il numero di ‘internati‘ nei campi ammontava a 160 mila nel 2009, secondo le cifre del governo cinese. Il numero di detenuti è calato a circa 50 mila alla fine del 2012 e procedendo su questa media entro il 2013 il numero scenderà fino a 20 mila.

    Il mese scorso, il Partito Comunista Cinese ha detto di voler riformare il sistema dei campi di lavoro. Il regime di ‘laojiao‘ (rieducazione attraverso il lavoro) permette alla polizia di detenere le persone fino a quattro anni senza processo.

    Oggi è uno strumento dei servizi segreti per eliminare dalla scena politica attivistiscomodi‘. Secondo le organizzazioni dei diritti umani, i prigionieri vengono spesso sottoposti ad abusi fisici da parte delle guardie, e sono costretti a lavori forzati nelle miniere e nelle fabbriche di mattoni.

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